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Omicidio Petrucci: rinvenuta arma del delitto. Lucia perseguitata da mesi

sangue
Foto d’Archivio

Carmela Petrucci è morta per difendere la sorella Lucia. Accade a Palermo, in un androne di un palazzo di via Uditore 14 a Palermo.

Ad uccidere Carmela sarebbe stato  Samuele Caruso che, da quanto è emerso in una prima indagine perseguitava la sua ex, Lucia Petrucci. Caruso non si dava pace e perseguitava la giovane Lucia tanto che qualche giorno sembra scrivesse un sms : “Cenere sei e ceneri ritornerai” . Lucia pare avesse denunciato ma non è stat aascoltata.


La lite e dunque  l’omicidio furibondo non è frutto di un raptus, infatti sembra che Caruso sia uscito di casa armato di coltello.  Il pm di Palermo Caterina Malagoli, che coordina l’inchiesta sull’omicidio di Carmela, contesterà a Caruso il reato di omicidio volontario premeditato e di tentato omicidio per la sorella rimasta viva.

Lucia, si apprende aveva conosciuto Samuele su FB ed è qui che Lucia nota i primi movimenti strani, messaggi anonimi e quanto altro.

Un amico ha raccontato, riporta il TG24 che Lucia  i preoccupata, si era rivolta ai carabinieri: “Aveva raccontato quello che le succedeva, ma le avevano consigliato solo di cambiare numero”.

Intanto se ormai si sa che sono centinaia i punti di sutura sul corpo di Lucia, l’autpsia di Carmela invee avrebbe rilevato la morte sgozzata. Mentre sarebbe stato ritrovato un  Ioltello, molto tagliente, sarebbe di tipo “butterfly”. La polizia inoltre sta indagando per sapere se qualcuno ha aiutato l’assassino che è stato trovato con la mano fasciata e con abiti diversi da quelli che indossava al momento dell’omicidio.

Nel pomeriggio intanto  a Palermo si è svolta una manifestazione organizzata o dal coordinamento antiviolenza 21 luglio per dire ‘basta ai femminicidi’.


Sono circa 200, soprattutto giovani, ma anche persone piu’ anziane, i partecipanti alla manifestazione .Su uno striscione esposto in piazza Politeama si legge: “La violenza sulle donne fino alle uccisioni non fa che proseguire il doppio sfruttamento e oppressione di cui siamo vittime nella societa’ capitalistica”. E ancora: “Per ogni donna uccisa, stuprata, offesa siamo tutte parte lesa”. Nel frattempo e’ arrivato anche l’assessore comunale Cesare Lapiana.

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