Secchi si sofferma sui molteplici benefici derivanti dall’adozione di software libero/open source da parte del Comune: basso costo iniziale di azione, indipendenza dai fornitori, sicurezza, flessibilità (in quanto permette di apportare in maniera semplice personalizzazioni) e interoperabilità, estensioni delle funzionalità e adattamento ad altri sistemi, bassi costi delle licenze e degli aggiornamenti (quelli del software proprietario vengono adottati non tanto perché apportano delle vere migliorie nel programma ma piuttosto per incompatibilità con le versioni precedenti). «Nel confrontare le spese di adozione da parte delle PA di software libero o proprietario non basta fare riferimento soltanto ai costi iniziali – precisa Secchi -: non bisogna infatti valutare solo i costi delle licenze ma anche i servizi di consulenza e supporto, la formazione degli impiegati, i costi di gestione e, non ultimi, i costi di migrazione, molto onerosi in quanto spesso richiedono una ristrutturazione dei modi operativi dell’ente e investimenti sulla formazione del personale. Siamo convinti – conclude Secchi – che l’adozione di software liberi può rivelarsi strategica in merito alle esigenze di indipendenza del Comune: se l’odg (firmato anche dal capogruppo Giovanni Dore) venisse approvato, l’amministrazione di Cagliari con l’adozione del software libero potrebbe beneficiare di una maggiore trasparenza, di una più ampia indipendenza dai fornitori, della possibilità di rimettere in circolo i software creati su misura e della possibilità di stimolare un circolo virtuoso di collaborazione tra istituzioni».