Mafia di Villabate Sequestrati beni frutto di usura ed estorsioni
Duro colpo alla mafia. Sequestrati alla mafia di Villabate, in provincia di Palermo beni per un valore complessivo di circa 12 milioni di euro.
Su ordine della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, i carabinieri hanno sequestrato societa’, agenzie di scommesse, conti correnti, immobili, terreni, rivendite di vario genere, e tre cavalli da corsa.
Si tratta di provvedimenti presi nei confronti di esponenti di spicco come Giovanni D’Agati, che avrebbe preso le redini del clan di Villabate dopo gli arresti di Nicola e Antonino Mandalà, diventando molto attivo nel giro dell’imposizione del pizzo.
Misure di prevenzione anche per i fratelli Maurizio e Davide Di Peri, figli di Giuseppe. Giovanni D’Agati avrebbe gestito il racket delle estorsioni nel territorio, mentre i fratelli Di Peri sarebbero i titolari di due agenzie di scommesse intestate a due prestanome, Fabio Ribera e Giovanni Montaperto. I 12 milioni di euro sequestrati sarebbero stati accumulati attraverso imposizione del pizzo ai danni di imprenditori e commercianti e forme di riciclaggio e reinvestimento in attivita’ economiche formalmente legali, tutte intestate a prestanome.
Il provvedimento e’collegato agli accertamenti dell’operazione “Senza Frontiere” condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Palermo, nel giugno del 2009, che aveva portato all’arresto di 12 soggetti affiliati alla famiglia mafiosa di Villabate che curò la latitanza del capo di Cosa Nostra Bernardo Provenzano.