Calabria: 8 fermi per truffa ai danni dell’INPS e dell’UE. Braccianti agricoli, caporalato, terreni, voti di scambio e tangenti
Calabria, 7 fermi per truffa. Così i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, del Gruppo tutela del lavoro di Napoli, del Nucleo antifrodi di Salerno e della sezione di pg della Procura di Palmi hanno eseguito sette ordinanze di custodia cautelare in carcere ed una ai domiciliari emesse dal Gip di Palmi Paolo Ramondino. Gli arrestati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie di truffe oltre a episodi di caporalato.
Sembra che i soggetti indicati nell’ordinanza truffassero INPS ed anche l’UE, il gruppo si sarebbe impossessato di circa 2,5 milioni di euro.
I componenti dell’organizzazione, inoltre, sono accusati di una serie di reati contro la fede pubblica con la stipula di contratti di affitto o comodato di fondi rustici fittizi grazie alla contraffazione della firma di proprietari terrieri ignari o, addirittura, già deceduti, e di quelle di funzionari pubblici e del timbro di uffici comunali per far risultare come autenticate le firme apposte dai proprietari terrieri. Agli otto arrestati la Procura della Repubblica di Palmi contesta anche l’abusivo trattamento di dati riservati.
Vengono Fermati
ANSELMO Francesca, nata a Taurianova (RC) il 12.12.1977;
-CORSO Arturo, nato a Reggio Calabria il 13.06.1964;
-FRISINA Vincenzo, nato a Oppido Mamertina (RC) il 22.07.1975;
-GALLUCCIO Rosangela, nata a Cittanova (RC) il 03.04.1961;
-MORANO Vanessa, nata a Polistena (RC) il 25.11.1978;
-PEPÈ Salvatore, nato a Giffone (RC) il 16.05.1961;
-SIBIO Giuseppe, nato a Giffone (RC) il 16.03.1980;
-VALENZISI Angelo, nato a Giffone (RC) il 28.09.1972,
ritenute responsabili di associazione per delinquere (art. 416, co. 1 e 2, c.p.) finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti contro il patrimonio e la fede pubblica ed in particolare:
– truffe ai danni dell’INPS attraverso la fittizia instaurazione di rapporti di bracciantato agricolo (artt. 110, 112. n. 1, 640, comma 1 e 2, n. 1, c.p.);
– truffe ai danni dell’Unione Europea e dell’AGEA, volte alla indebita percezione di contributi comunitari e regionali (artt. 81 cpv., 110, 640 bis, c.p.);
– reati contro la fede pubblica, attraverso la stipula di fittizi contratti di affitto o comodato di fondi rustici, contraffacendo la firma di ignari proprietari terrieri ovvero contraffacendo la firma di proprietari già deceduti all’atto della stipula del contratto, ovvero ancora contraffacendo la firma di funzionari pubblici e il timbro di uffici comunali per far risultare come autenticate le firme apposte dai proprietari terrieri (artt. 81, 110, 483, 61 n. 2 c.p.);
– reati di abusivo trattamento di dati riservati (artt. 61, n. 2, 81 cpv., 110 c.p., 167 D. Lgs. n. 196 del 2003).
Quella di oggi rappresenta una tappa significativa dell’attività investigativa di più ampio respiro che la Procura della Repubblica di Palmi sta conducendo, sotto il diretto coordinamento del Procuratore Giuseppe CREAZZO, in ordine ai plurimi versanti di rilevanza penale delle condotte illecite connesse al diffuso fenomeno del bracciantato fittizio: la truffa per la erogazione dei contributi in agricoltura; il voto di scambio o corruzione elettorale; il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Gli approfondimenti investigativi hanno consentito, anche attraverso l’acquisizione di copiosa documentazione, di portare alla luce un cospicuo numero di braccianti agricoli, beneficiati dalla virtuale assunzione, che “compravano” le giornate di lavoro e conseguentemente i relativi benefici previdenziali, assistenziali e pensionistici, versando una “tangente” in denaro sia a coloro i quali avevano favorito tale assunzione, sia al datore di lavoro, corrispondente in linea di massima all’importo che avrebbero dovuto percepire come indennità di disoccupazione agricola l’anno successivo alla fittizia assunzione. L’illecito guadagno per i finti braccianti consisteva nell’acquisizione dei diritti pensionistici.eri, sono stati sequestrati numerosi documenti e computers che saranno esaminati per riscontrare altre ipotesi di truffa. Al termine delle attività, gli arrestati sono stati associati presso la Casa Circondariale di Palmi (per gli indagati destinatari di OCC) e presso le abitazioni di residenza (per gli indagati destinatari della misura cautelare degli arresti domiciliari).
Occorre, infine, considerare come gli arresti di oggi si inseriscano in un‘attività investigativa più ampia che la Procura della Repubblica di Palmi sta conducendo in ordine ai diversi risvolti del diffuso fenomeno del bracciantato fittizio, venendo in considerazione non solo il profilo della truffa e del conseguente danno erariale, per svariati milioni di euro, arrecato all’INPS, ma anche altri profili di rilevanza penale oggetto di altri procedimenti per i quali è già stata esercitata l’azione penale, quali:
– la truffa per la erogazione dei contributi in agricoltura, che fonda sul medesimo meccanismo artificioso e raggirante, sia pure con diverso oggetto materiale del reato, poiché incidente sui contributi comunitari e regionali, circostanza che consente di sussumere la condotta nella diversa fattispecie di cui all’art. 640-bis c.p.;
– il voto di scambio o corruzione elettorale (previsto dall’art. 86 DPR 570/60, c.d. Testo Unico legge elettorale comunale e provinciale), che nell’ambito di altre indagini, ora approdate alla fase dell’udienza preliminare, hanno consentito di chiedere il rinvio a giudizio di esponenti politici ricoprenti cariche elettive, che, in cambio della promessa (o dell’assunzione) di fittizi rapporti di bracciantato agricolo, hanno ottenuto il voto o la promessa di voto in occasione della campagna elettorale;
– il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. In altre indagini, pure collegate a questa, è stato disvelato il diffuso fenomeno di imprenditori agricoli disposti a far entrare in Italia immigrati dai paesi extra Unione Europea, sulla base di un permesso di soggiorno, ottenuto mediante la falsa rappresentazione della loro futura regolarizzazione contrattuale alle dipendenze dell’azienda agricola; regolarizzazione, che, tuttavia, non avveniva mai. Epperò, per effetto del nulla osta e del successivo visto di ingresso, il cittadino extracomunitario è riuscito a fare ingresso in Italia e a rimanervi, in maniera illegittima, per effetto della mancata stipula successiva del contratto di lavoro.
Si è scoperto, paradossalmente, che i medesimi imprenditori, apparentemente disposti ad assumere manovalanza straniera extra comunitaria, hanno formalmente assunto come stagionali braccianti italiani, poi risultati fittizi, avendo fatto lavorare solo extra comunitari, non regolarizzati e pagati al nero (indagine migrantes).
(corsivetto fonte NTACalabria )