Operazione Nostradamus. 5 fermi nel siracusano inchiesta tra racket e videopoker
Siracusa, 5 fermi. Gli uomini fermati sembra siano affiliati alla famiglia mafiosa Nardo che dovrebbe essere attiva sul territorio di Augusta e Lentini.
Nella giornata del 5 dicembre è stato notificato lo stato custodia cautelare in carcere a
1. BLANDINO Fabrizio detto Gimmi, nato ad Augusta il 18.11.1968, ivi residente;
2. FERRO Marcello, nato a Puerto Cabello (Venezuela) il 06.12.1961, detenuto, già residente in Augusta;
3. RIZZO Massimiliano, nato a Lentini il 03.01.1974, già ivi residente, detenuto;
4. PETULLA’ Giuseppe, nato ad Augusta il 07.07.1972, ivi residente;
5. VINCENTI Renzo, nato ad Augusta il 03.08.1972, ivi residente.
I reati commessi dai 5 uomini sarebbero tutte inerenti ad attività di estorsione di diverso genere e gioco d’azzardo, tra cui un presunto business di videopoker e macchinette varie.
Sembra poi che Fabrizio Blandino fosse il reggente del clan mafioso megarese ed avesse assunto il ruolo dopo la morte Sergio Ortisi, così almeno ipotizzano gli inquirenti, il gruppo è osservato da diversi anni, le prime indagini risalgono al 2007.
Di seguito notizie inerenti all’indagine tratte da Siracusa News.
L’indagine ha consentito di evidenziare gli accadimenti e l’evoluzione della realtà mafiosa nel comune di Augusta, dalla primavera del 2007 in poi. I fatti contestati sono stati posti in essere dagli indagati successivamente al periodo temporale relativo all’operazione MORSA, sempre condotta da quest’Arma, ed hanno riguardato in particolare la figura di BLANDINO Fabrizio, detto Gimmi. Strettamente collegato con i referenti lentinesi del clan “Nardo”, tramite gli indagati PETULLA’ Giuseppe e VINCENTI Renzo, il BLANDINO è divenuto poi, a seguito dell’arresto di Sergio ORTISI, il reggente del clan mafioso augustano. Il PETULLA’ ed il VINCENTI, incensurati e non noti precedentemente alle Forze dell’Ordine, si sono dimostrati particolarmente attivi nelle attività illecite, anche in ragione del regime di detenzione domiciliare cui il BLANDINO è risultato sottoposto per un lungo periodo dell’indagine.
MARINO Massimo (poi rinvenuto carbonizzato all’interno della propria auto nelle campagne di Motta Sant’Anastasia nel gennaio del 2009) e RIZZO Massimiliano sono risultati i referenti lentinesi, avendo impartito ordini e disposizioni per la commissione di estorsioni e la gestione del gioco d’azzardo nel territorio di Augusta, ricevendone periodicamente una quota degli introiti. Tali personaggi si sono rivelati strettamente collegati, oltre che al BLANDINO, anche a FERRO Marcello, che ha continuato, nel periodo in esame, a rappresentare un personaggio di rilievo della “cellula” megarese del clan “Nardo”.
La subordinazione degli augustani al clan “Nardo” è risultata particolarmente chiara, allorché il 23.12.2007 il FERRO ed il PETULLA’ preparavano tre ceste natalizie definite testualmente “di lusso”, consegnate poi a Lentini ai referenti dell’associazione, insieme ai proventi delle estorsioni.
LE ESTORSIONI
Tra le attività illecite svolte dagli indagati un posto di sicuro rilievo hanno avuto le estorsioni in danno degli operatori commerciali, condotte nella quasi totale certezza dell’impunità, potendo il sodalizio mafioso contare sulla diffusa omertà delle vittime, che hanno accettato l’imposizione del “pizzo”, senza denunciare i fatti alle Forze dell’Ordine o all’Autorità Giudiziaria. Nel corso delle indagini emergeva come gli esponenti del sodalizio mafioso non avessero neppure bisogno di porre in essere evidenti atti d’intimidazione nei confronti delle persone offese, risultando, atteso il clima di soggezione creato, sufficiente la mera formulazione della richiesta di pagamento per ottenere l’immediata dazione di denaro. Anche se la crisi, che già si intravedeva nel 2007, faceva dichiarare al PETULLA’: “primo c’è crisi, e due, se prima qualcuno si spaventava a primo colpo, ora è difficile anche che. Oppure, si spaventano ma non ti danno mai quella cifra, ti danno una miseria …”.
E’ stata contestata agli indagati la consumazione di un’estorsione posta in essere nei confronti di una concessionaria di autovetture, iniziata almeno dal 2004. La presente indagine ha consentito di dimostrare come l’imprenditore fosse stato inizialmente contattato dai lentinesi, per un incremento dell’importo estorsivo come conseguenza dell’intenzione di aprire altri locali. Nella circostanza il BLANDINO, pur rimarcando la disistima per la vittima dell’estorsione, esprimeva però la necessità di mantenere una condotta accomodante, con una riduzione dell’importo richiesto e la volontà di porre quindi la richiesta a titolo di “cortesia”, allo scopo di non esasperare la vittima riducendo così il rischio di eventuali denunce. Il BLANDINO manifestava anche il proposito di sottoporre ad estorsione altri individui. La somma fu effettivamente consegnata dall’imprenditore al PETULLA’, che si occupò insieme a VINCENTI Renzo di rimetterla a Massimiliano RIZZO a Lentini.
Tuttavia si sono raccolti numerosi utili elementi circa la consumazione di altre estorsioni, ancora in via di approfondimento. In particolare circa un altro esercizio commerciale di Augusta di allora imminente apertura, per il quale le mire degli affiliati, oltre che alla tangente, si estendevano anche all’imposizione del servizio di vigilanza e dell’installazione delle macchinette videopoker. Veniva infatti riscontrato, nel maggio del 2008, che il FERRO aveva iniziato a svolgere il ruolo di supervisore della sicurezza all’interno del locale in argomento. Tali estorsioni hanno evidenziato il medesimo meccanismo: l’entità della richiesta veniva determinata dai referenti lentinesi MARINO e RIZZO, anche in ordine ad eventuali aumenti relativi, ad esempio, all’incrementato volume d’affari dell’esercizio commerciale; PETULLA’, VINCENTI e talvolta anche Marcello FERRO fungevano da collegamento con il BLANDINO, il quale decideva le modalità dell’estorsione ed eventualmente la rideterminazione al ribasso degli importi.
La materiale esazione veniva effettuata da parte dei due “ufficiali di collegamento”, che assicuravano anche la dazione dei proventi estorsivi a Lentini nelle mani di RIZZO Massimo. L’indagine ha altresì dimostrato come una parte delle tangenti sia pervenuta ad un esponente di spicco del clan lentinese (sottoposto al regime del 41 bis), per il tramite dei suoi parenti.
IL GIOCO D’AZZARDO
L’indagine ha confermato che l’attività illecita veniva condotta anche attraverso la collocazione di macchinette videopoker all’interno delle sale da gioco. In particolare si è accertato anche in questo ambito il coordinamento da parte dei lentinesi, percettori di una parte degli utili. Nel mese di dicembre 2007 difatti il BLANDINO ed il PETULLA’ discutevano sullo stato di difficoltà della sala da gioco affidata al noto PENNISI Nuccio e di un successivo incontro con RIZZO Massimiliano, per discutere della problematica, visto che i videopoker non erano più produttivi come in passato. Tale circostanza faceva maturare la decisione del BLANDINO, con l’accordo di Marcello FERRO, di spossessare il PENNISI della gestione delle macchinette videopoker, da affidare ad una terza persona che avrebbe dovuto provvedere alla raccolta degli introiti.
L’indagine è stata coordinata della D.D.A. di Catania.