Sarah Scazzi potrebbe non essere stata strangolata, ma sarebbe morta impiccata. A sostenerlo, nel corso del processo, è il direttore del Dipartimento di scienze anatomiche, istologiche, medico-legali e dell’apparato locomotore dell’università La Sapienza di Roma, Paolo Arbarello, consulente della difesa di Sabrina Misseri.
“Non ci sono elementi per affermare con certezza che la sfortunata ragazza sia morta per strangolamento” e ha spiegato Arbarello “il livello in cui si colloca la lesione non è compatibile con lo strangolamento. Guardando le foto, la fascia è molto sotto il mento. Non c’è una ragione che mi spieghi, anche in termini isto-patologici, perché la cute della povera ragazza immersa in acqua abbia questa fascia preservata”.
Il solco biancastro sarebbe, secondo l’esperto, più compatibile con l’impiccamento. La compressione del collo, ha precisato il docente universitario, avrebbe dovuto provocare un’emorragia che non è stata riscontrata in sede di esame autoptico.
Arbarello ha poi criticato la metodologia utilizzata dal medico legale Luigi Strada, consulente dei pubblici ministeri, sia in relazione alla scelta di eseguire un solo prelievo, ai fini degli esami istologici, per la zona che riguarda il collo, sia per l’esame del contenuto gastrico e intestinale, ritenuto non approfondito.
