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Sant’Antonio Il santo del fuoco

Varese: cresce l'attesa per il falò. Probabile presenza di Bossi e figlio, ma non si esclude persino FormigoniAntonio, il futuro Santo ed abate nasce in una famiglia ricca, attorno all’anno 250. Sin dalla giovinezza, mostra una tendenza alla vita parca e morigerata; infatti,molto presto decide di ritirarsi in un luogo deserto per poi vivere lunghi anni nel deserto. Qui Antonio inizia a combattere contro le tentazioni che scaccia con la preghiera e con i digiuni; lentamente la sua fama e il suo modo di vivere diventano conosciuti e soprattutto imitati da altri ferventi cristiani. Sant’Antonio abate è riconosciuto come il primo eremita e soprattutto come il fondatore del monachesimo. L’ abate muore il 17 Gennaio del 356, nella Tebaide dove si era spostato alla ricerca di un posto ancora più isolato. Le sue spoglie mortali, sono state più volte spostate; prima sono state portate a Costantinopoli e poi in Francia presso Arles.

Presso la sua tomba si sono recati e si recano un numero infinito di persone ammalate di herpes zoster, che hanno sempre ricevuto la grazia di essere guarite. La grazia viene chiesta propria a questo Santo, in quanto è stato colui che ha portato dall’inferno, per donarlo all’uomo, il fuoco; inoltre, Sant’Antonio abate ha lottato per tutta la sua vita contro le tentazioni e contro il diavolo che regna nell’inferno. Per rinsaldare e riconfermare il legame fra il Santo e il fuoco, in occasione della sua festa si innalzano grandi cataste di legna che vengono fatte bruciare per tutta la notte. Durante la festa si beve e si mangiano cibi particolari come gli uccelletti di Sant’Antonio, le frittelle; in Sardegna si consuma “Su pistiddu” , un dolce particolare farcito di sapa o miele.

Da subito questo Santo fu definito “magno” e divenne il patrono degli animali ma anche il guaritore dell’ herpes zoster chiamato “fuoco di Sant’Antonio”. I riti tradizionali compiuti in suo onore sono antichissimi e si ricollegano alla religione precristiana e alle credenze contadine. Sant’Antonio abate è anche il protettore dei Vigili del fuoco e dei panettieri. L’iconografia lo rappresenta col bastone ma anche accompagnata da un maialino; la presenza di questo animale può essere spiegata con la consuetudine per gli Antoniani, di poter allevare dei maiali a scopo curativo. Infatti, il loro grasso si utilizzava per spalmarlo sulla cute dove compariva l’herpes zoster; inoltre, la tradizione contadina ha sempre ucciso i maiali in questo periodo che sancisce l’inizio del carnevale e quindi “del mangiar grasso”. Il 17 Gennaio, si tiene anche la benedizione degli animali domestici e di quelli da allevamento e l’immagine di questo Santo è spesso presente nelle stalle.

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