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Natalia Poton, artista della Luce e Leonardo da Vinci. Nell’iride del Genio il riflesso di Una Candela

Natalia Poton, artista della Luce e Leonardo da Vinci. Nell'iride del Genio il riflesso di Una Candela
Natalia Poton e il prof Pedreti

I grandi dipinti di Natalia Ponton , sono favole di luce in movimento . Non c’è nulla di statico nelle figure di luce e colore che catturano lo sguardo dello spettatore , come anche l’universo degli occhi di Natalia. La stessa originaria della Colombia è giunta da poco in Italia per studiare quale ricercatrice universitaria , l’arte –terapia , una forma nuova di medicina della psiche , che ha già applicato con successo ai bambini nei difficili sobborghi di Bogotà. Tra i vari studi che ha eseguito anche quello sul probabile ritratto lucano di Leonardo da Vinci, che ha per altro recentemente attirato gli studi i del piu’ Grande leonardista del Mondo , il Prof. Carlo Pedretti.

Esiste infatti una sottile linea che unisce il Genio Italiano alla tecnica della Ponton: la ricerca della luce.

Effettuando un dipinto ispirato allla Tavola Lucana, oggi in esposizione al Museo Anticeh Genti di Lucania di Vaglio, la Ponton si è accorta che il magnetismo che si intravede negli occhi del Genio sono il frutto di una attenta ricerca della luce , che riflette nell’iride azzurra di Leonardo il bagliore delle candele della camera degli specchi . Non solo. Anche la barba del dipinto lucano altro non è che una fiamma , quasi a voler illuminare il buio dell’ignoranza .E’ noto che Leonardo inserisse nei suoi quadri messaggi simbolici utilizzando i quattro elementi, fuoco , aria , acqua e terra . Tuttavia Leonardo era lontano dall’esoterismo, anzi possedeva ante litteram una filosofia scientifica e naturalistica che precede di secoli le intuizioni del XX secolo.

Secondo il Prof. Cleto Carbonara , lucano d’origine e celebre docente dell’ Università di Napoli , «Leonardo dai suoi contemporanei è detto comunemente maestro e maestro pittore; nella patente ducale di Cesare Borgia è detto architetto e ingegnere generale. Francesco I soleva, tuttavia, chiamarlo grandissimo filosofo, e filosofo egli è detto altresì dal Vasari, ma in tono quasi ironico, come colui che amava “i capricci del filosofar delle cose naturali” e stimava esser “più filosofo che cristiano”»

Ma è proprio Leonardo, insieme a Natalia, a condurci nei palesi segreti dei loro quadri :

“O speculatore delle cose, non ti laudare di conosciere le cose che ordinariamente per sé medesima la natura conduce; ma rallegrati di conosciere il fine di quelle cose che son disegniate dalla mente tua.”

Raffaello Glinni

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