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I Cacciatori a(r)mano i bambini? Vergogna nazionale Il dossier 2012/2013

Nove minori fucilati, di cui cinque morti, non bastano?!

Impressionanti i dati del nuovo Dossier dell’Associazione Vittime della caccia alla chiusura della stagione venatoria.

“Sono oramai senza più pudore coloro che continuano a perorare l’immagine del cacciatore-ambientalista, il cacciatore-persona seria, il cacciatore-padre di famiglia, quando continuiamo ad assistere ad iniziative sconcertanti come il portare la caccia nelle scuole o addirittura organizzare e supportare “competizioni con carabina per i bambini dai 7 ai 12 anni”* come ha fatto il Comune di Rivolta D’Adda in provincia di Cremona e Federcaccia, in calendario per il 10 febbraio!” dichiara Daniela Casprini, presidente dell’Associazione Vittime della caccia.


“Non si capisce come, alla luce dei fatti accaduti in questa stagione venatoria ai danni di due bambini uccisi durante le battute di caccia; altri due bambini suicidi col fucile del padre cacciatore; un bambino di 5 anni ucciso da un colpo di fucile ancora carico, sparato accidentalmente dal padre di ritorno a casa da una battuta e i quattro minori vittime di altrettanta irresponsabilità rimasti feriti anche seriamente. (Vedi BAMBINI ED ARMI DA CACCIA)

Non può Federcaccia non sapere cosa è successo e se non lo sanno ci siamo noi a ricordarglielo puntualmente e a chiedere ragione di queste folli iniziative che di serio, di ambientalista, di “genitoriale” non hanno proprio niente. Neppure i propri figli intendono preservare evidentemente i cacciatori? Figuriamoci quelli degli altri e la vita in genere!.

Inutile dare ancora sfoggio di tanto cinismo tirando in ballo le vittime della strada o di altre attività, basta considerare il numero dei cacciatori, stimato in 700mila circa, e il numero di cittadini con patente di guida per capire che tale paragone non solo è ridicolo, in quanto trattasi di mezzi e funzioni ben differenti, ma è anche volutamente fuorviante e offende l’intelligenza media, sintomo di chi cerca d’arrrampicarsi sugli specchi per legittimare un’attività omicida che interessa solo ai cacciatori. Appunto, perchè il resto della popolazione deve essere obbligata a subirli?! ” conclude Daniela Casprini

In 62 giorni di caccia effettiva (ovvero 3 giorni a scelta su 5 settimanali, come prevede la legge 157/92) di questa stagione venatoria, durante le battute di caccia (AMBITO VENATORIO) sono rimaste uccise 21 persone e ferite 97, tra queste 118 vittime 3 sono i morti e 16 i feriti tra i non cacciatori: 2 i bambini ammazzati durante l’attività venatoria e 1 ferito dal piombo incandescente di un colpo di fucile da caccia!

Fuori dalle battute di caccia (AMBITO EXTRAVENATORIO, dal 1 settembre 2012 al 31 gennaio 2013) le vittime dei fucili da caccia risultano essere 33 (11 morti e 22 feriti) di questi tra la gente comune 8 i morti e 16 i feriti (3 bambini uccisi e 3 feriti)!

Insomma, le armi da caccia/i cacciatori hanno fatto in totale 151 vittime umane nell’arco dei 5 mesi corrispondenti alla stagione venatoria. Ma non solo.

“STORIE DI ORDINARIA FOLLIA”: Soggetti che sparacchiano ai pali dell’Enel perchè infastiditi dalla luce creando disagi ad interi paesi; o ultra ottantenni ancora autorizzati e ancora con la disponibilità delle armi che minacciano venditori porta a porta; controllati che mordono le guardie durante il compimento delle loro funzioni; donne oggetto di minacce e violenza domestica, vittime di un omicidio annunciato; questi sono alcuni dei troppi casi rintracciati ai danni di chi non esercita la caccia.

Già, ma i sostenitori di questa pratica queste vittime non le conta, mai risultano neppure come numeri. In fondo, “una ventina di incidenti mortali a stagione” sono ritenuti dai cacciatori “fisiologici” e come tali accettati e lo sarebbero anche per la società se si trattasse solo dei cacciatori vittime di una pratica armata e vittime di sè stessi. Invece le vere vittime sono coloro che non c’entrano niente e che per loro non fanno numero. E i bambini non c’entrano proprio niente e non devono essere mai coinvolti in attività tanto pericolose”

Nel Dossier dell’Associazione Vittime della caccia, nella sezione su “l’ETA’ DEI CACCIATORI RESPONSABILI D’INCIDENTI DI CACCIA” emerge in maniera preoccupante che i neo-patentati cacciatori (fascia d’età 18/30 anni) hanno causato un importante e preoccupante numero altissimo di vittime e che assieme agli ultrasessantenni guadagnano il primato in negativo di questa stagione davvero tragica. Rispetto alla precedente stagione, infatti, in cui risultavano quasi assenti i giovani responsabili di incidenti, quella appena conclusa si è invece caratterizzata da questa brutta novità, dimostrando quanto sia inopportuno e funesto il ricambio generazionale tanto ansimato dalla categoria e che assieme agli anziani e ultra-settantenni formano un popolo di pericolosissimi personaggi armati in giro per le nostre campagne. “Se da un lato i neo-cacciatori hanno sostenuto un esamino per ottenere la licenza, gli anziani non l’hanno neppure mai affrontato in quanto ancora non esisteva la legge che lo prevede”, continua la Casprini “quindi assieme ai cittadini “normali” ci chiediamo lo Stato e il futuro governo quali garanzie intenda dare alla popolazione civile e disarmata a fronte di questa strage legalizzata”.

Un altro dato interessante sull’età è rappresentato invece dalla fascia d’età 51/60, per la quale risultano numerosissimi i casi sia d’incidenti, sia di aggressioni/minacce e tragedie sfiorate anche al di fuori delle battute di caccia (ambito extravenatorio).

E non a caso le REGIONI IN CUI SI SONO REGISTRATI MAGGIORMANETE INCIDENTI DI CACCIA sono proprio quelle più agguerrite dove la lobby venatoria è più pressante: il primo posto se lo guadagna la Lombardia con 22 incidenti (4 morti e 18 feriti, Brescia in testa); seconda la Toscana : 15 incidenti (1 morto e 14 feriti, Firenze in testa);terza la Sardegna con 14 incidenti(3 morti e 11 feriti), Nuoro in testa dove è morto anche il 12enne durante una battuta di caccia al cinghiale.

Ma il Dossier offre anche altri interessanti spaccati sul “mondo caccia”, portando alla luce anche quei casi che non si sono trasformati in tragedie, non rientrando per caso fortuito nelle casistiche dei morti e feriti per armi da caccia/cacciatori. Sono tanti troppi i casi in cui chi detiene legalmente fucili ad uso caccia compie gravi attentati alla vita di chi non necessariamente deve armarsi, nè per necessità, tantomeno per passione.

Perchè la passione del cacciatore non è solo immergersi nella natura col cane all’alba, ma è proprio uccidere, ammazzare, quale fase finale di una foga predatoria che finalmente si realizza materialmente col corpo delle prede uccise, magari da mettere nel freezer per qualche mese.

A “GLI ANIMALI VITTIME DELLA CACCIA” sono state dedicate tre sezioni con i casi rintracciati nell’arco dei 5 mesi della stagione venatoria, animali d’affezione e animali domestici, animali cacciabili ma cacciati illegalmente(tempi, modi e luoghi),animali protetti massacrati. Una puntina emergente di un enorme iceberg sommerso, tanto parziale quanto necessaria comunque da denunciare.

Una sorprendente sezione riguarda la “FREQUENZA DEGLI AVVENIMENTI” in cui si dimostra, con la raccolta degli incidenti in ambito venatorio, extravenatorio, con i casi di tragedie sfiorate e seguendo la cronologia, come la caccia, un uso disinvolto delle armi, psicologie non propriamente pacifiche, riempiano fitto un calendario drammatico di fatti di sangue e di follia: 180 casi censiti di morti, feriti, minacciati, aggrediti ecc. in 150 giorni (5 mesi)!

Questi aspetti e molto altro ancora sono disponibili sul sito nel DOSSIER 2012/2013 VITTIME DELLA CACCIA

– DOSSIER: http://www.vittimedellacaccia.org/archivio/2957-dossier-vittime-della-caccia-20122013-indice.html

– *Rivolta D’Adda: Competizioni con carabina per i bambini dai 7 ai 12 anni”: vai a pag.5 (10 febbraio 2013)

http://www.comune.rivoltadadda.cr.it/allegati/Comunicazioni/Programma_Santapollonia.pdf

Ufficio Stampa Associazione Vittime delal caccia – < ass.vittime.caccia@gmail.com>

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