Sulle foibe si racconti tutta la verità
Riceviamo e pubblicchiamo una nota stampa del Collettivo Studentesco Oristano
«Per realizzare il sogno mediterraneo bisogna che l’Adriatico, che è un nostro golfo, sia in mani nostre; di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini dell’Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani». Benito Mussolini
Apprendiamo che in questi giorni nelle scuole oristanesi sono giunte le lettere dell’assessore provinciale Serafino Corrias e dei giovani del Pdl che chiedono di parlare della tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Anche noi crediamo che ciò debba essere fatto, così come deve essere fatto per ogni tragedia, ma crediamo altresì che non si debba iniziare a raccontare la storia da dove si preferisce.
Prima di iniziare a parlare delle foibe occorrerebbe ricordare la storia dell’Istria, della Dalmazia, di tutti i territori slavi e di come gli italiani se ne impossessarono, ricordare la snazionalizzazione forzata di queste terre avvenuta con la più aberrante violenza e ferocia.
Occorrerebbe ricordare: l’ abolizione delle scuole croate e slovene, l’italianizzazione forzata dei cognomi di famiglia e dei toponimi, l’abolizione di tutti i centri culturali e sociali, la cancellazione di ogni segno della storia del popolo slavo, la cancellazione della lingua dalle messe, dai tribunali, dalle lapidi sepolcrali e dagli uffici; i campi di concentramento allestiti dagli italiani ad Arbe, a Gonars, a Visco, a Chiesanuova, a Monigo in cui morirono oltre 11.000 croati e sloveni per il solo fatto di essere tali; le migliaia di persone costrette alla fuga, le altrettante massacrate nelle occupazione delle città, i fucilati senza processo per ordine dei generali italiani, gli stupri, le rapine, i saccheggi, gli incendi di interi villaggi a seguito dei rastrellamenti; l’eccidio di Gramozna Jama, il rastrellamento di Podhum con il conseguente internamento di 412 bambini nei campi di concentramento italiani, il rastrellamento di Kukuljani e Zoretici.
Raccontare le foibe astraendole da quello che fu il reale contesto storico-politico e continuare a occultarne le cause è pura retorica patriottarda e fascista e proprio partendo da questi sentimenti il governo di centrodestra istituì la giornata del ricordo.
Le foibe furono l’espressione dell’odio popolare compresso in decenni di oppressione e di sfruttamento nelle quali vi finirono per lo più fascisti e collaborazionisti ma anche civili e innocenti che non avevano colpe o responsabilità, per questo motivo le consideriamo una reazione feroce, violenta e non giustificabile ma che certo non può essere separata dagli eventi che l’anticiparono: fare ciò è puro revisionismo storico e risponde alla stessa logica e al più ampio progetto di equiparare i morti fascisti a quelli partigiani.
Anche noi invitiamo gli insegnanti e gli studenti a parlare di questo tema ma partendo dal presupposto che si tenga in considerazione tutta la storia e si discuta sulla base di una corretta documentazione storica.
Collettivo Studentesco Antonio Gramsci
firma nota alla redazione