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Borghetto Santo Spirito Progetto Legalità

Borghetto Santo Spirito Progetto Legalità  L’Amministrazione comunale di Borghetto ha in progetto di realizzare una interessante iniziativa: si tratta del progetto “Parliamo di Legalità”, un percorso di ampio respiro finalizzato ad approfondire i temi della legalità e della mafia. “ Si tratta- dicono in comune a Borghetto di un progetto articolato in varie fasi, che proporrà una serie di attività ed incontri, durante i quali i temi della legalità saranno spiegati e contestualizzati. Protagonisti degli incontri saranno, di volta in volta, rappresentanti delle istituzioni, familiari di vittime, autori impegnati a divulgare la cultura della legalità”.

I primi due incontri si svolgeranno il prossimo 1 marzo e 12 aprile e vedranno la presenza di Vincenzo ed Augusta Agostino, Gianluca Manca e Salvatore Borsellino. “Il progetto Parliamo di legalità – dice l’assessore alla cultura Maria Grazia Oliva- nasce dalla volontà di divulgare la cultura della Legalità, della giustizia, della costituzionalità, come valore per le generazioni di oggi e di domani. Gli incontri organizzati, a favore delle Scuole e della cittadinanza, si pongono l’obiettivo di contribuire alla nostra crescita come persone e come cittadini e, come diceva Paolo Borsellino, ad identificarci nelle istituzioni fondamentali della vita associata e a riconoscerci in essa”. Nell’ambito del progetto è stata allestita, presso la Biblioteca Civica, la “ Vetrina delle legalità” con testi e materiale multimediale, per approfondire il tema che quest’anno è anche oggetto della Decima edizione del Concorso “Leggendo si cresce”. La scadenza termine della presentazione elaborati è il 5 aprile. Il bando è scaricabile dal sito del Sistema Bibliotecario della Valle Varatella: http://sbvv.tecaweb.it.

Ospiti di Borghetto saranno per primi i parenti di Nino Agostino, agente della polizia di Stato, che venne trucidato, insieme alla moglie Ida Castelluccio, incinta di cinque mesi di una bambina, il 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini. Dopo 21 anni, esecutori e mandanti sono ancora senza nome e senza volto, sul fascicolo relativo alle indagini venne infatti posto il vincolo del Segreto di Stato. Vincenzo e Augusta Agostino, genitori dell’agente, continuano a chiedere risposte allo Stato. Attilio Manca, di professione urologo, venne trovato morto in circostanze misteriose la mattina del 12 febbraio 2004, nel suo appartamento di Viterbo. La sua morte fu causata dall´assunzione di un cocktail di farmaci, eroina ed alcool. La procura di Viterbo, titolare delle indagini sulla morte del medico, ha chiesto per due volte l´archiviazione del caso come suicidio. La famiglia Manca, attraverso la voce del fratello Gianluca, si è opposta alla richiesta di archiviazione, evidenziando come diversi fatti inerenti gli ultimi mesi vita di Attilio smentiscano l´ipotesi del suicidio e rafforzino il sospetto che si sia trattato di un vero e proprio omicidio legato all´attività professionale di Attilio. Il giovane urologo si trovò infatti nell´anno 2003 ad operare in strutture ospedaliere del sud della Francia ed è stato accertato che il capo di Cosa Nostra, Bernardo Provenzano, si fece operare nell´ottobre 2003 in una clinica di Marsiglia. Salvatore Borsellino, fratello di Paolo Borsellino, racconterà la storia del magistrato che insieme all’amico e collega Giovanni Falcone è considerato fra gli eroi simbolo della lotta alla mafia. Membro del pool antimafia, il 19 luglio 1992, dopo aver pranzato a Villagrazia con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, si recò insieme alla sua scorta in via D’Amelio, dove viveva sua madre.

CLAUDIO ALMANZI

 

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