L’European Heath Journalin questi giorni ha pubblicato uno studio che mette in relazione le particelle di smog presenti nell’aria con la possibilità di insorgenza di sindromi cardiache e morti per infarto. La ricerca è stata condotta su un campione di154 mila individui inglesi e gallesi, nel periodo che va dal 2004 al 2008.
L’aria che respiriamo è impregnata di sostanze inquinanti dovute ai gas di scarico delle auto, ossido di carbonio e anidride solforosa, e dai fumi della combustione delle caldaie a gas. Quando respiriamo, l’aria una volta nei polmoni, per un processo osmotico, entra in circolo nel sangue, facendo passare anche le microparticelle di queste sostanze dannose presenti.
Dai risultati dello studio è emerso che il rischio di decesso sale in maniera significativa in corrispondenza dell’aumento delle PM2,5, le cosiddette polvere sottili, in grado di entrare in profondità nei polmoni.
La ricerca ha coinvolto 154.204 pazienti tra l’Inghilterra e il Galles seguiti nel periodo 2004-2007. I dati sono stati comparati alle informazioni raccolte sulle concentrazioni medie di inquinamento dell’aria tra il 2004 e il 2010 in Gran Bretagna. Durante l’indagine ci sono state 39.963 morti. I risultati hanno dimostrato che le percentuali piu’ alte di decessi si sono riscontrate a Londra, caratterizzata dalle piu’ alte esposizioni alle PM2,5 al contrario del nord-est dell’Inghilterra con percentuali minori di decessi e inquinamento.