Salute
Sclerosi Multipla e CCSVI: a Catania un dialogo tra sordi
Controvoglia (a causa un malanno che mi ha costretto a casa) mi sono visto finalmente la trasmissione di Telecolor Catania del 28 febbraio 2013 dedicata alla CCSVI.
Niente di nuovo sul fronte occidentale potremmo dire.
Scontata introduzione del neurologo Zappia che ha elogiato l’esistenza dei farmaci parlando di cure “efficaci” per la sclerosi multipa addirittura “accertate” (…).
Peccato che il dottore non abbia riferito su due recenti studi del 2012 che hanno dimostrato come ad esempio il costoso interferone non rallenti la disabilità e che per le forme primariamente progressive ad oggi non esiste invece alcuna terapia.
Ridicole ed irrispettose inoltre le accuse del neurologo Patti al prof. Zamboni di aver divulgato i suoi risultati sul Web (…).
Forse Patti pensa che tutti i malati di SM siano degli ingenui e abbiano il prosciutto davanti agli occhi?
Ambiguo l’intervento del medico di base Grimaldi che sulla questione “italicamente” sembra voler dare un colpo al cerchio e uno alla botte, peraltro condito da qualche imprecisione.
Prudente il successivo intervento del neurologo Zappia che nel citare uno studio realizzato a Catania (dove è stata trovata un’incidenza di CCSVI nei malati di SM tre volte superiore ai sani) sembra abbastanza lontano dalle certezze espresse recentemente dall’Aism con il suo capobastone.
Il neurologo Patti tenta poi di rimediare citando prima lo studio Cosmo (non ancora pubblicato) e poi due ridicoli studi osservazionali organizzati dalla Società Italiana di Neurologia (SIN).
Patti forse non sa che non esiste la possibilità di valutare retrospettivamente da parte dei neurologi l’efficacia di un trattamento sul quale essi non sanno nulla. Né chi l’ha fatto, né dove, né con quale criterio hanno scelto i segmenti da dilatare, né se li hanno dilatati, né se la flebografia postprocedurale dimostrava o meno la riuscita della PTA, né se l’ecocolordoppler dopo ha mostrato o meno l’assenza della CCSVI, né se si siano verificati eventi come le trombosi che vanificano l’effetto della PTA.
Si tratta di studi populisti senza alcuna base di scientificità.
Esilarante infine il momento in cui Patti, improvvisatosi anche esperto vascolare, tenta di spaventare la platea parlando di effetti collaterali gravi dell’angioplastica dimenticando ovviamente quelli dei principali farmaci per la sclerosi multipla (vedi i morti causati dal Tysabri).
Opportune le repliche del dott. Scibilia e del medico di base Grimaldi.
In conclusione come prevedibile un dialogo tra sordi.
PS: forse la redazione avrebbe fatto bene a citare come il Corriere della Sera i conflitti d’interesse degli ospiti.
Niente di nuovo sul fronte occidentale potremmo dire.
Scontata introduzione del neurologo Zappia che ha elogiato l’esistenza dei farmaci parlando di cure “efficaci” per la sclerosi multipa addirittura “accertate” (…).
Peccato che il dottore non abbia riferito su due recenti studi del 2012 che hanno dimostrato come ad esempio il costoso interferone non rallenti la disabilità e che per le forme primariamente progressive ad oggi non esiste invece alcuna terapia.
Ridicole ed irrispettose inoltre le accuse del neurologo Patti al prof. Zamboni di aver divulgato i suoi risultati sul Web (…).
Forse Patti pensa che tutti i malati di SM siano degli ingenui e abbiano il prosciutto davanti agli occhi?
Ambiguo l’intervento del medico di base Grimaldi che sulla questione “italicamente” sembra voler dare un colpo al cerchio e uno alla botte, peraltro condito da qualche imprecisione.
Prudente il successivo intervento del neurologo Zappia che nel citare uno studio realizzato a Catania (dove è stata trovata un’incidenza di CCSVI nei malati di SM tre volte superiore ai sani) sembra abbastanza lontano dalle certezze espresse recentemente dall’Aism con il suo capobastone.
Il neurologo Patti tenta poi di rimediare citando prima lo studio Cosmo (non ancora pubblicato) e poi due ridicoli studi osservazionali organizzati dalla Società Italiana di Neurologia (SIN).
Patti forse non sa che non esiste la possibilità di valutare retrospettivamente da parte dei neurologi l’efficacia di un trattamento sul quale essi non sanno nulla. Né chi l’ha fatto, né dove, né con quale criterio hanno scelto i segmenti da dilatare, né se li hanno dilatati, né se la flebografia postprocedurale dimostrava o meno la riuscita della PTA, né se l’ecocolordoppler dopo ha mostrato o meno l’assenza della CCSVI, né se si siano verificati eventi come le trombosi che vanificano l’effetto della PTA.
Si tratta di studi populisti senza alcuna base di scientificità.
Esilarante infine il momento in cui Patti, improvvisatosi anche esperto vascolare, tenta di spaventare la platea parlando di effetti collaterali gravi dell’angioplastica dimenticando ovviamente quelli dei principali farmaci per la sclerosi multipla (vedi i morti causati dal Tysabri).
Opportune le repliche del dott. Scibilia e del medico di base Grimaldi.
In conclusione come prevedibile un dialogo tra sordi.
PS: forse la redazione avrebbe fatto bene a citare come il Corriere della Sera i conflitti d’interesse degli ospiti.
Fonte: http://youtu.be/PA5pWEwEDMI