Speciale Maturità

Maturità: i cento giorni. Riti propiziatori e magia a caccia del 100

Maturità: i cento giorni. Riti propiziatori a caccia del 100Mancano meno di 100 giorni alla maturità, periodo di studio e di impegno per tutti i giovanissimi maturandi ma anche momento importante per feste, riti e scongiuri. Ognuna fa quello che può, in Italia ognuno ha la sua tradizione.

La tua quale è ? Perchè non la racconti anche a noi?

Molti studenti in genere durante i 100 giorni, il sabato pomeriggio lo trascorrono correndo per le strade dei centri storici della città con trombette e fischi, altri invece preferiscono andare al mare a strombazzare nelle spiaggie.

Molti invece pregano, pregano pregano. A chi?

Molti i maturandi che si recheranno in “pellegrinaggio”, altri esorcizzeranno la paura correndo per le strade della città con le trombette, altri ancora festeggeranno in spiaggia.


Molto quotata l’usanza di ricorrere ai santi: preghiere a San Girolamo, San Luigi Gonzaga, San Giuseppe da Copertino, e Sant’Espedito da Militene, tutti sono ottimi per gli esami, molti giovani alle preghiere affiancano i pellegrinaggi alle varie chiese ma in particolare si recano ai santuari e così lunghe code di maturandi alla Madonna di Civitavecchia, a San Giovanni Rotondo, al Santuario della Madonna del Lussari o a quello di Santa Rita da Cascia.

Ambitissimo poi sembra essere il santuario di San Gabriele dell’Addolorata, ai piedi del Gran Sasso oppure a Livorno al  Santuario di Montenero dove tradizione vuole che gli studenti debbano  “salire i gradini in ginocchio, saltellare per la piazza su una gamba tante volte quante il voto desiderato, accendere il cero dopo aver scritto il voto desiderato e metterlo nella cappella della Madonna e fare la preghierina nel Santuario.”  Non solo a Livorno riti particolari, infatti sembra proprio che  per i più fedeli, in genere, basta andare in un santuario e salire i gradini in ginocchio, trattasi di vero e proprio martirio, oppure salirli ad una sola gamba, secondo taluni infatti pare che in Sardegna ed in Sicilia, o alla Bonaria a Cagliari,o a Santa Rosalia a Palermo, gli studenti debbano “salire i gradini in ginocchio, saltellare per la “piazzetta” del santuario su una gamba tante volte quante il voto desiderato, tirare (girati di schiena) la monetina al di sopra dell’arco con la speranza che l’attraversi, accendere il cero dopo aver scritto il voto desiderato e metterlo nella cappella della Madonna e fare la preghierina nel Santuario”.

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