Il 19 marzo sopralluogo a Rioffreddo. Ancora mistero intorno alla morte dell’ispettore Nocs Donatoni?
Gli anni passano ma la Procura di Roma è ancora al lavoro sul caso dell’uccisione di Samuele Donatoni. L’agente dei Nocs cadde nel conflitto a fuoco coi sequestratori di Giuseppe Soffiantini. I pm della Procura di Roma la prossima settimana faranno un sopralluogo a Rioffreddo.
Urge capire come è morto l’ispettore dei Nocs Samuele Donatoni cosa è esattamente successo durante il conflitto a fuoco del 17 ottobre 1997 avvenuto con i rapitori di Giuseppe Soffiantini.
Martedì 19 marzo è previsto il sopralluogo a Riofreddo (Lazio). Gli inquirenti vaglieranno diverse ipotesi, una tra queste che l’ispettore Nocs non sia stato ucciso dai colpi di kalashnikov dell’anonima sequestri ma da un’arma in dotazione ai Nocs.
Sembra infatti che questa perizia sia necessaria a seguito di alcune decisioni prese nei riguardi di Osvaldo Broccoli, uno dei componenti della banda che rapì Soffiantini. Broccoli sarebbe difeso dall’avvocato nuorese Giuseppe Luigi Cucca che avrebbe chiesto e ottenuto la revisione della sentenza definitiva con cui nel 2005 era stato condannato a 25 anni per il rapimento e per l’omicidio Donatoni. Il verdetto si basava sulla convinzione che l’ispettore Nocs fosse stato ucciso con un Kalashnikov da uno dei banditi, il sardo Mario Moro. Ma in un’altra sentenza del dicembre 2005 la quarta Corte d’assise di Roma attribuì, invece, la morte di Donatoni al fuoco amico. Così il 7 dicembre 2011 il gip del tribunale di Roma, Massimo Battistini, ha disposto la riapertura delle indagini sul conto dei cinque agenti del reparto speciale e due della polizia scientifica a vario titolo coinvolti nell’operazione.
La morte di Donatoni è un mistero, l’ultimo audio diceva “Samuele non si trova”. Chi ha sparato? Cosa è successo? Come è morto Donatoni. In 15 minuti cosa è successo? Spari, raffiche di mitra, kalashnikov, poi il sangue ed il corpo dell’ispettore. intercorsi tra una raffica di spari e il ritrovamento di un corpo senza vita.
L’inchiesta è ancora aperta. Mistero. Quel che più fa pensare è che il caso della morte dell’ispettore non è stato chiuso solo perchè una nota testata giornalistica, Panorama, aveva indagato intorno a dei casi di nonnismo alla caserma dei Nocs di Spinaceto. Ci sarà qualche legame?
Una recluta della caserma dei Nocs di Spinaceto (Roma), aveva denunciato la cosiddetta “anestesia”, una pratica messa in atto da una sorta di sottocomando interno alla struttura, consistente nel colpire così forte e così a lungo una parte del corpo della vittima prescelta per poter infierire più agiatamente fino a stringere la carne con i denti in una morsa micidiale. Poi altre sono state le denunce ed i misteri intorno alla nota caserma. Sembra per altro che gli uomini di Riofreddo fossero gli stessi di quella squadraccia da caserma.
Ad accusare i sequestratori di Soffiantini sarebbe stato Nello Simone, ed è Simone , scrive Panorama, colui che la quarta sezione della Corte d’Assise di Roma ha indicato come uno dei depistatori del primo dei tre processi che si sono svolti per il sequestro Soffiantini e l’uccisione di Donatoni.
Secondo l’accusa avrebbe dichiarato il falso in tribunale venendo smentito anche dall’allora capo della Criminalpol, presente al blitz, Nicola Calipari ucciso nel 2005 a Bagdad dopo la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena.
E proprio Nello Simone sarebbe anche l’autore degli scatti che testimoniano le violenze inferte in caserma. Presenti sia a Riofreddo che a Spinaceto, tra gli altri, Stefano Miscali e Vittorio Filipponi. A loro, oltre che a Claudio Clemente e Claudio Sorrentino, appartengono infatti le voci registrate durante la fallita operazione per la cattura dei rapitori di Giuseppe Soffiantini.
E’ l’agente Sorrentino che dopo gli spari si sente dire: “Ci hanno sparato addosso, hanno beccato Samuele perché… non riusciamo più a trovarlo”. E’ Clemente che ordina ai suoi uomini di trovare l’agente Donatoni ed è sempre Sorrentino a riferire che a sparare sarebbero state tre persone ma che anche lui ha esploso dei colpi verso “due ombre” che procedevano spedite nella sua direzione.Ma chi colpisce l’ispettor Donatoni?
Già nel 2004 ci sono dei sospetti tanto è che veniva disposta la riesumazione del corpo e i periti accertano che non fu il colpo di kalashnikov esploso da Mario Moro a uccidere Donatoni, come si era creduto fino a quel momento, ma un proiettile partito a una distanza di circa mezzo metro da una pistola calibro 9 parabellum del tipo in dotazione ai Nocs in azione a Riofreddo.Possibile?