L’importanza del Marocco nello sviluppo africano
La vista ufficiale del Re Mohammed VI in Senegal, Costa d’Avorio e in Gabon, iniziata il venerdì 25 marzo si inserisce nel quadro di rafforzamento delle relazioni storici tra Marocco e il suo spazio africano, in cui il Regno si impegnava in maniera rimarcabile durante la lotta per l’indipendenza e continua oggi la sua implicazione per promuovere la pace, la stabilità e lo sviluppo del continente. La visita concretizza effettivamente la cooperazione e il partenariato Sud-Sud.
La politica estera marocchina fu marcata dall’inizio, con un appoggio determinato e solidale del Marocco, cosciente del suo profondo radicamento della sua appartenenza africana, alla lotta per l’indipendenza e la liberazione dei paesi africani dal colonialismo. Numerosi paesi africani ricordano il defunto Mohammed V e il suo successore Hassan II che avevano sostenuto con forza i movimenti nazionali di liberazione.
All’alba delle indipendenze, il Regno si è impegnato per il consolidamento dell’unità africana con la creazione dell’Organizzazione dell’Unità Africana (OUA) in cui il Marocco figura tra i fondatori.
Di seguito, l’azione diplomatica marocchina ha tracciato come obbiettivo strategico di alzare la cooperazione con i paesi africani al livello di partenariato nello sviluppo.
In questa ottica che le diverse visite africane del Sovrano hanno creato una nuova dinamica nelle relazioni con diversi paesi africani e hanno dato un forte impulso alla cooperazione Sud-Sud come scelta strategica del Regno.
Questi viste Reali sono state coronate con la conclusione di un insieme di accordi di cooperazione nello sviluppo economico, tecnico, sociale, culturale e umanitario come la lotta alla povertà e le malattie, l’agricoltura e l’agroalimentare, la gestione dell’acqua e l’irrigazione, la pesca, le infrastrutture di base, l’educazione e la formazione, la tecnologia e la gestione finanziaria e le banche.
Cosciente che l’essere umano debba essere al centro di ogni strategia di sviluppo, il Marocco ha fatto dalla formazione un componente indispensabile nei programmi di cooperazione con l’Africa.
Questa politica, avviata dall’Agenzia Marocchina della cooperazione Internazionale (AMCI), consiste a diffondere nelle Istituzioni di paesi africani soci l’esperienza e il “Savoir-Faire” marocchini.
La visione strategica del Marocco dà, inoltre, una grande importanza all’aspetto economico. In questo ambito il Governo marocchino associa anche il settore privato per rafforzare gli scambi commerciali e di aumentare i flussi di investimento del Marocco con lo spazio africano.
La prima tappa del tour di Mohammed VI in Africa occidentale, in Senegal in cui l’asse Rabat-Dakar conta su antichi legami ed è considerato a livello regionale come un modello dei rapporti di cooperazione Sud-Sud.
Settori come l’agricoltura, il turismo, l’edilizia, i lavori di ingegneria civile, le nuove tecnologie dell’informazione rappresentano reali opportunità di crescita.
La qualità delle relazioni politiche spiegano l’intenso investimento avviato in primo luogo nel settore pubblico e in quello privato del Senegal. Il “know-how” marocchino è presente in Senegal nel settore delle costruzioni, dell’industria farmaceutica e dell’elettrificazione. È forte anche la cooperazione nel settore delle banche. In questo contesto di cooperazione Sud-Sud, la Attijariwafa Bank, il cui amministratore delegato, Mohamed El Kettani, è stato recentemente decorato dal presidente senegalese Macky Sall, è un esempio.
Il gruppo CBAO-Attijariwafa Bank – creato nel 2008 a seguito di una fusione tra la banca senegalese Società bancaria dell’Africa occidentale (Cbao) e la controllata marocchina Banca Attijari Senegal – è ora il primo gruppo bancario in Senegal ed è riuscito ad affermarsi come leader nella regione dell’Africa occidentale. Il contributo di Cbao-Attijari allo sforzo di raccolta fondi dell’economia senegalese è un tema di interesse primario per le autorità del paese. La controllata del gruppo senegalese è l’unica banca commerciale locale che ha contribuito a finanziare grandi progetti come la costruzione dell’autostrada nazionale, centrali elettriche e la futura centrale a carbone di Sendou, che avrà una potenza installata di 125 megawatt.
Anche l’Ufficio nazionale marocchino dell’acqua potabile e dell’energia elettrica nazionale (Onee) è presente in Senegal. L’Ufficio ha vinto due concessioni di elettrificazione rurale a Saint Louis e Louga, nel nord. La Società marocchino-senegalese dell’elettricità (Comasel), controllata di Onee, creata nell’ottobre 2008, è responsabile della gestione dell’elettrificazione della regione rurale di St Louis, composta da 550 villaggi, per un investimento complessivo stimato in 24 milioni di dollari. La seconda concessione, quella di Louga, include il collegamento della rete elettrica per 11 mila famiglie.
Per quanto riguarda gli investimenti privati, la West Africa Pharma, una controllata della Sothema marocchina, ha aperto un laboratorio di produzione di piante medicinali a Dakar, per un investimento di 6,5 milioni di euro. L’istruzione è un altro settore di grossa importanza nella cooperazione tra i due paesi. Con oltre 8.000 studenti, il Marocco è la seconda destinazione dopo la Francia per i giovani senegalesi. Da parte sua, il Senegal ha centinaia di studenti marocchini (oltre 600) che, in particolare, frequentano la Facoltà di Medicina a Dakar. Il Marocco è l’unico paese del Maghreb che ha avuto da sempre rapporti commerciali con l’Africa sub sahariana.
Dal 12mo secolo, Rabat funge infatti da crocevia commerciale tra l’Europa e l’Africa. In questa fase il paese gode di una posizione geostrategica molto importante perché è la porta dell’Africa per l’Europa, in particolare nel settore del commercio grazie all’apertura del porto di Tangeri (Tanger Med), fra i più trafficati al mondo. Per i paesi che Mohammed VI dovrà visitare, il Marocco mantiene relazioni di partnership privilegiati con l’Europa e rappresenta quindi un trampolino di lancio per gli investitori africani.
Il “know-how” marocchino è riconosciuto in Africa in materia di banche, infrastrutture, agroalimentare e nel settore minerario. Gli scambi tra il Marocco e i paesi dell’Africa subsahariana sono triplicati tra il 2000 e il 2010 e al momento il Marocco è il secondo più grande investitore nel continente africano dopo il Sud Africa. Secondo i dati ufficiali di Rabat, più di 300 accordi in tutti i settori sono stati firmati tra il Marocco e i paesi dell’Africa subsahariana.
Rabat punta a diventare in quei paesi protagonista anche del trasporto aereo. La Royal Air Maroc serve quasi tutte le capitali africane e dei paesi francofoni.
Quello del cemento è un altro dei settori in cui il Marocco sta investendo in Africa. La Ynna Holding è presente in Guinea Equatoriale per dei progetti immobiliari.
Il 40 per cento del fatturato e il totale delle esportazioni della compagnia di costruzioni metalliche marocchina, Delattre Levivier, è stata acquisito in Africa. La Delattre Levivier ha partecipato di recente alla consegna di una piattaforma petrolifera in Congo Brazzaville. L’azienda mineraria marocchina Managem opera nel settore dell’oro in Gabon, e del cobalto e rame nella Repubblica Democratica del Congo, dove detiene licenze di esplorazione. Per quanto riguarda invece il settore della telefonia, la Marocco Telecom è presente in Mali, Burkina Faso, Gabon e Mauritania e ha acquistato il 51 per cento del capitale di Mali Sotelma per 275 milioni di euro e in Mauritania ha assunto il controllo di Mauritel. In Burkina Faso, Marocco Telecom ha acquisito il 51 per cento Onatel, mentre ha acquisito il 51 per cento del Gabon Telecom.
Parallelamente, nelle azioni bilaterali, il Marocco rimane molto attivo sul livello delle Comunità Economiche Regionali (CER) con le quale desidera stringere i legami per aumentare e diversificare gli scambi commerciali, tecnici e di investimento, e di rafforzare la cooperazione con le realtà regionali africane, infatti, Rabat mette le questioni dello sviluppo in Africa in primo piano organizzando incontri sulle questioni prioritari per l’Africa.
Infine, il Marocco si è impegnato sempre a difendere gli interessi dell’Africa – nello sviluppo e non solo, del continente – presso gli altri paesi o raggruppamenti regionali nell’ambito di dialogo tra Africa e il resto del mondo, e presso le organizzazioni internazionali come l’ONU e le sue agenzie specializzate.