Italia

L’ombra della mafia sui porti del Mediterraneo Sequestrate cinque società dei porti di Palermo e termini Imerese

Porto di Palermo
Porto di Palermo

Sequestrate, dalla Dia, su ordine  del tribunale Misure di prevenzione, le cinque società che gestiscono in regime di monopolio le merci e  altri servizi all’interno dei porti di Palermo e Termini Imerese. L’operazione coinvolge Portitalia, New Port, Tcp-Terminal Containers Palermo, Csp-Compagnia Servizi Portuali e la coop Clpg Tutrone, per un valore di 30 milioni di euro.

Tramite successive acquisizioni e partecipazioni societarie, tra le quali quella strategica della “Medlog – Percorsi Mediterranei – società consortile per azioni”,  la “New Port” aveva costituito  un network capace di garantire il collegamento tra i vari soggetti, nei punti strategici del Mediterraneo, quali i porti di Savona, Genova, Palermo, Termini Imerse e Valencia (Spagna).

Secondo le indagini della Dia di Palermo le società farebbero riferimento a persone vicine a Cosa Nostra e che le quote siano intestate solo  ai titolari, che svolgono la mera funzione di operai. Sospetti che erano nati già dieci anni fa e ora le indagini hanno portato a far emergere ben 24 presenze sospette .

La New Port, riferiscono gli inquirenti, annovera  fra i soci, anche lavoratori, numerosi soggetti considerati sodali o contigui a “cosa nostra”. Si tratta di Antonino Spadaro, 57 anni, un suo omonimo di 65 anni, Maurizio Gioè, 54 anni, e Girolamo Buccafusca, 56 anni.

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