Alcuni ricercatori italo-americani, coordinati dal prof. Ro ert Zivadinov dell’Università di Buffalo, hanno studiato le caratteristiche del flusso del liquido cerebrospinale (CSF) calcolato a contrasto di fase e le misure velocità nei pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente (RR) che ricevono un trattamento medico standard che hanno avuto una diagnosi di insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) ed ha subito un’angioplastica percutanea transluminale (PTA).
Questo studio in cieco caso-controllo, con risonanza magnetica (RM) ha incluso 15 pazienti con SM RR che presentavano stenosi significative (riduzione del lume ≥ del 50% con la flebografia con catetere) nelle vene giugulari interne ed azygos. Otto pazienti sono stati sottoposti a PTA in aggiunta alla terapia medica immediatamente dopo valutazioni di base (gruppo caso) e a sette è stata ritardata la PTA dopo 6 mesi di sola terapia medica (gruppo di controllo). Il flusso di CSF e le misure di velocità sono stati quantificati da oltre 32 fasi del ciclo cardiaco mediante un metodo semiautomatico. I risultati sono stati confrontati tra i gruppi al basale ed a 6 e 12 mesi di studio con un modello di analisi ad effetto misto.
Al basale, non sono state rilevate tra i gruppi differenze importanti nel flusso del CSF o delle misure di velocità. A 6 mesi, è stato rilevato un significativo miglioramento dei risultati del flusso (P meno di 001) e di velocità (P = 0,013) nel gruppo immediato rispetto al gruppo ritardato, persistente a 12 mesi (rispettivamente P = .001 e P = 0,021). All’interno dei gruppi il confronto di flusso dal basale al follow-up ha mostrato un aumento significativo nel gruppo immediato (P = 0,033) ma una diminuzione nel gruppo ritardato (P = 0,024). Un alterato flusso del CSF e delle misure di velocità è stato associato ad un peggioramento degli esiti clinici e di RM del gruppo ritardato.
Al termine dello studio, secondo gli autori, la PTA in pazienti con SM e con CCSVI aumenta il flusso del liquido cerebrospinale (CSF) e ne riduce la velocità, ciò è indicativo di un migliore drenaggio venoso del parenchima.
Fonte: http://www.jvir.org/article/S1051-0443%2813%2900531-9/abstract
COMMENTO:
E’ un articolo storico! Soprattutto, oltre a quello che si trova chiaramente scritto nell’Abstract, ci sono alcuni dati di un’importanza straordinaria:
1) nel gruppo ‘non operato’ ma semplicemente ‘seguito’ la ridotta fluidodinamica del liquor correla in modo inverso e statisticamente significativo con il numero degli attacchi acuti di SM. Ovvero, tanto meno il liquor scorre tanti più attacchi ci sono. Un dato mai sottolineato o conosciuto dalla comunità neurologica…
2) la ridotta fluidodinamica nel gruppo dei ‘non operati’ correla in modo inverso e altamente significativo con l’accumulo delle lesioni T2 di risonanza magnetica.
3) infine la ridotta fluidodinamica nel gruppo dei ‘non operati’ correla con l’atrofia cerebrale.