Maxi sequestro beni a Vito Nicastri. L’ombra di Matteo Messina Denaro sull’Eolico?

Mafia, mega confisca di Beni tra Sicilia occidentale, Lombardia, Lazio e Calabria. Il patrimonio è stato sequestrato a Vito Nicastri, soprannominato il Re dell’Eolico. Si tratta di una delle maggiori operazioni di sequestro operate nel settore, tutti i beni sono riconducibili a Vito Nicastri, 57 anni di Alcamo (Trapani), imprenditore che da sempre risulterebbe essere leader nel settore della produzione di energia fotovoltaica ed eolica. Secondo quanto sostenuto dagli investigatori Nicastri avrebbe«relazionato costantemente con esponenti di Cosa nostra».
Nicastri secondo la Direzione investigativa antimafia ´`attraverso una tumultuosa dinamica degli affari ha intrattenuto rapporti anche con società lussemburghesi, danesi e spagnole´`. Per gli inquirenti ´`tale vicinanza ai più noti esponenti mafiosi, ha favorito la sua trasformazione da elettricista a imprenditore specializzato nello sviluppo di impianti di produzione elettrica da fonti rinnovabili, facendogli assumere una posizione di rilievo nelle regioni del Meridione´.
Nicastri sarebbe stato in contatto con Matteo Messina Denaro
I beni confiscati. Tra i beni vi sarebbero circa quaranta di società di capitali, anche con partecipazioni estere, operanti prevalentemente nel settore eolico e fotovoltaico, intestatarie anche di centinaia di appezzamenti di terreno a Trapani, Palermo, Reggio Calabria; numerosi beni mobili, immobili e conti correnti. Sigilli anche a un centinaio di beni immobili, terreni, palazzine, ville con piscina, magazzini, nelle province di Trapani e Catanzaro; diverse auto di grossa cilindrata, nonché un lussuoso catamarano di circa 14 metri costruito nel 2009; infine, oltre 60 rapporti finanziari tra conti correnti, depositi a risparmio, depositi titoli, polizze assicurative.