Italia

Attentato a Palazzo Chigi, il punto di vista del pentito Luigi Bonaventura

Luigi Bonaventura, pentito delle ndrine, lancia un videomessaggio su Youtube. Chiede aiuto a Napolitano
Foto del web

Nella mattinata di oggi è stato confermato il fermo di Luigi Preiti. Le indagini proseguono non scartando nessuna pista, il web è in fermento.
Lo sconcerto è tanto, ma c’è anche chi riesce a giustificare il gesto dietro.
Alcune tracce potrebbero portare alle ‘ndrine calabresi, la pistola, il videopoker, le origini dell’uomo.
Per cercare di capire qualcosa abbiamo sentito Luigi Vrenna Bonaventura, ex ‘ndranghetista, da anni pentito.
Secondo Bonaventura, l’attentato a Palazzo Chigi “non e’un gesto cosi…..come ci vogliono fare credere” e, potrebbe addirittura essere un segnale.


A Palazzo Chigi tutto era pronto per il giuramento del Governo Letta, e, probabilmente anche “ l’ndrangheta voleva essere presente e così come e’ loro abitudine lo hanno fatto con il sangue”.
Approfondiamo l’argomento e scopriamo che anche l’ndrangheta, un po’ come le organizzazioni terroristiche ha uomini “coperti” “puliti” insospettabili, insomma persone che non hanno nessun precedente penale.

Per Bonaventura, l’attacco a Palazzo Chigi è un’azione pianificata, “ non credo sia una persona instabile, l’azione poi mi fa pensare ad uno dei principali scenari che immagino per la mia eliminazione,potrebbero usare un soggetto del genere per poi magari fare trovare la persona morta in un canalone fuori dal casello di Termoli.
Fantascientifico? Forse non proprio.
Secondo Luigi Bonaventura probabilmente qualcuno immaginava che Priesti cadesse sotto il fuoco delle forze dell’ordine.
Tutto può essere.
Per l’ex boss del crotonese, l’attentatore potrebbe essere una sorta di vittima sacrificale e, posto che avesse veramente dei debiti, le ‘ndrine potrebbero aver offerto “il loro saldo e tanto “onore” alla famiglia” salvando così i suoi cari da una morsa che avrebbe potuto condurli alla morte.
“uno con i debiti è un disperato qualunque,”sottolinea Bonaventura e racconta che “ la mossa potrebbe significare anche altro. E’ probabile che a breve ci sia qualche altra morte in terra di Calabria o qualche scomparsa a volte le ‘ndrine fanno compiere certi atti da vittime sacrificali”

Ovviamente abbiamo chiesto da dove scaturiscono queste riflessioni, domanda persino un po’ banale in questi casi!
Bonaventura non si sottrae alla nostra curiosità e fa presente che “stile, freddezza, precisione parlano,” ma sopratutto “è un gesto ricco di simbolismo quello compiuto per non essere un messaggio.”

La pistola potrebbe essere la chiave di questo mistero, Bonaventura ci dice ò
“La pistola è anche un fattore chiave, ho visto la foto e’ una 7 e 65 Pietro Beretta modello 35 con canna sostituibile, in passato in dotazioni alle forze armate italiane in calibro 9, corto, usata anche durante la seconda guerra mondiale!Uno dei modelli preferiti dalla ‘ndrangheta; facilmente reperibile” “Non inceppa mai”.
Veniamo a sapere che l’arma costa tra i 1200 ed i 1300 euro al mercato nero, ovviamente, mercato gestito dal crimine organizzato.
Ci spiega Bonaventura che in media oltre ai soldi per l’acquisto l’attentatore ha speso parecchio, “1200, 1300 euro per una pistola, viaggio ,stanza d ‘albergo etc , anche se la possedeva da diversi anni, sarebbe già stata venduta, un’arma in mano vale come l’oro” poi lui stesso ci domanda “Le brave persone hanno le armi? Le acquistano al mercato nero”, ovviamente no, in genere si ha il porto d’armi e si acquistano in armeria e poi “se uno è disperato come fa ad avere questi soldi?”

E’ dunque probabile che l’ndrangheta voglia mandare un monito?

Così racconta il pentito “ Secondo me il soggetto era preparato, si è comportato da persona abituata all’azione, non dimentichiamo che la ndrangheta usa spesso soggetti che vivono lavorano fuori e sono incensurati e insospettabili,”I cosiddetti colpi riservati” per un lungo periodo lo sono stato anche io fino a poi essere richiamato nel 90 dalla Toscana per la strage di Piazza Pitagora (novembre 1990 Crotone ndr) inoltre, è possibile che Priesti abbia puntato prima alla testa evidentemente da molto vicino forse quasi a bruciapelo (colpendo Giagrande, ndr) e poi invece mirando alle gambe (colpendo Neri) a ma non perché non volesse ammazzare forse non era in ottima posizione o non aveva più il vantaggio sorpresa per puntare alla testa e, essendo i militari forniti di giubbotto antiproiettili, ha colpito l’unico posto scoperto, le gambe!” continua poi dicendo che “ una mente lucida e preparata e fredda” “importante sarebbe capire il look se davvero era abbastanza elegante! “
“Purtroppo”, continua Bonaventura, “ lo Stato non usa o considera collaboratori come davvero dovrebbe e potrebbe,in questi casi mi basterebbe andare sulla scena del crimine a respirarne l’aria e avere alte possibilità di dare qualche ottimo indizio poi sentirlo parlare sarebbe il massimo!”


Capiamo che le ‘ndrine cambiano costantemente e forse dopo aver conquistato il mercato mondiale ed europeo del crimine organizzato superando per valore economico in Italia persino Cosa Nostra, forse ora alzano il tiro.
“Palazzo Chigi, Piazza Colonna, la notizia fa il giro del mondo,secondo me fa tutto parte di quella famosa strategia del terrore di cui ho parlato anche ai magistrati , “sostiene l’ex boss, “ purtroppo dovremo abituarci a nuove e raffinate strategie, che non sempre saranno facilmente comprensibili” e sottolinea “ una delle grandi forze della ndrangheta e la grande capacita e rapidità nell evolversi. “

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Hamlet

"Amo ricercare, leggere, studiare ogni profilo dell'umanità, ogni avvenimento, perciò mi interesso di notizie e soprattutto come renderle ad un pubblico facilmente raggiungibile come quello della net. Mi piace interagire con gli altri e dare la possibilità ad ognuno di esprimere le proprie potenzialità e fare perchè no, nuove esperienze." Eleonora C.

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