Salute

Sclerosi Multipla: lo studio multicentrico sulla CCSVI del Prof. Bastianello di Pavia smentisce i risultati dell’Aism

bastianelloCome noto l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (Aism) sta insistentemente presentando in giro per l’Italia i risultati dello studio epidemiologico CoSMo (non ancora pubblicato su alcuna rivista scientifica) secondo i quali non c’è una correlazione tra l’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI), scoperta nel 2007 dal prof. Paolo Zamboni dell’Università di Ferrara, e la sclerosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante che colpisce 63.000 italiani e per la quale non purtroppo non si conoscono ancora né le cause né una terapia definitiva e valida per tutti, nonostante le ingenti risorse investite per la ricerca, soprattutto nel ricco settore farmaceutico.

L’Aism curiosamente considera lo studio CoSMo (pieno di vizi nel protocollo e soprattutto nelle sua applicazione) come “definitivo” mentre invece esistono numerosi studi italiani ed esteri che hanno confermato le pubblicazioni fatte dal prof. Zamboni.


Segnaliamo in questa sede anche l’importante studio multicentrico pubblicato nell’ottobre 2011 sulla rivista scientifica BMC Neurology (ed incredibilmente ignorato dalla stampa di settore) coordinato dal prof. Stefano Bastianello, primario radiologo del Mondino di Pavia, ed intitolato “Insufficienza venosa cronica cerebro spinale nella sclerosi multipla: correlazioni cliniche da uno studio multicentrico“,

A detto studio tra l’altro hanno partecipato alcuni centri facenti parte anche dello studio CoSMO: il Mondino di Pavia (prof. Bergamaschi), il Don Gnocchi di Milano (dr.ssa Mendozzi) e il Policlinico di Napoli (prof. Brescia Morra).

Secondo gli autori l’insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) è stata recentemente riferita essere associata con la sclerosi multipla (SM). Tuttavia, sono dibattuti la sua prevalenza reale, la possibile associazione con fenotipi specifici della SM ed il potenziale ruolo fisiopatologico.

Sono stati analizzati i dati clinici di 710 pazienti con SM di sei centri (cinque italiani e uno canadese). Tutti sono stati sottoposti ad ecodoppler venoso e diagnosticati per avere o meno la CCSVI secondo i criteri di Zamboni ed altri.


Nel complesso, la CCSVI è stata diagnosticata nell’86% dei pazienti, ma la frequenza variava notevolmente tra i centri. Sono state riscontrate differenze ancora maggiori quando si considerano singolarmente i cinque criteri diagnostici proposti da Zamboni ed altri. Nonostante queste differenze, sono state trovate associazioni significative con i dati clinici, i più eclatanti sono l’età di esordio della malattia (maggiore di circa cinque anni nei pazienti positivi alla CCSVI) e la gravità clinica (media del punteggio di EDSS di circa un punto più alta nei pazienti postivi alla CCSVI). I pazienti con sclerosi multipla progressiva avevano maggiori probabilità di avere la CCSVI rispetto a quelli con sclerosi multipla recidivante-remittente.

Al termine dello studio, secondo gli autori, i metodi per la diagnosi della CCSVI hanno bisogno di essere raffinati, in quanto le differenze tra i centri, in particolare nei singoli criteri, erano eccessivamente alte. Nonostante queste discrepanze, le forti associazioni tra la CCSVI ed i fenotipi della SM suggeriscono che la presenza di CCSVI può favorire un successivo sviluppo della SM in pazienti con una minore suscettibilità alle malattie autoimmuni e può aumentare la sua gravità.

Fonte: http://www.biomedcentral.com/1471-2377/11/132


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Alessandro Rasman

Alessandro Rasman, 49 anni, triestino. Laureato in Scienze Politiche, indirizzo politico-economico presso l'Università di Trieste; è malato di sclerosi multipla, patologia gravemente invalidante, dal 2002. Per Mediterranews cura una speciale rubrica sulla sclerosi multipla.

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