Sardegna: le intercettazioni a Mesina e gli uomini della banda
Continuano gli scoop sulla vicenda Mesina, l’ex primula rossa a quanto pare ha un carattere particolare.
Incurante delle microspie parla, parla, parla, organizza, fa, disfa e dispone. Sangue, morte e minacce il leit motiv. Così si evince da alcune intercettazioni ambientali rese note da La Nuova Sardegna.
Secondo quanto si apprende, spesso e volentieri Mesina commentava in modo negativo l’operare delle forze di polizia dinnanzi al massiccio uso di droghe e stupefacenti in Sardegna. Una cosa che secondo il giudice sembra essere un paradosso.
Intercettazioni a non finire, Mesina e la sua banda erano osservati da parecchio.
Per il GiP Giorgio Altieri, Mesina non ha mai cambiato idea, in lui dominerebbe l’indole criminale nonostante spesso si raccontasse avesse sani principi .
Mesina è per il GIP e non solo, una persona con forte carisma così tanto da conquistare i suoi uomini.
Le intercettazioni ambientali sono da brivido.
Tra l’altro l’astuzia di Mesina arriva al punto di fingere l’attentato alla sua vettura, per distruggere, forse, le radiospie e persino a diramare una falsa missiva di scuse da un sedicente attentatore.
Mesina però riesce persino a riscuotere crediti come quelli del presunto boss di Sant’Elia, il dialogo tra Mesina ed uno dei suoi uomini Filindeu è eloquente ” dalla volta che non pagava l’ho mandato a fare in culo! Gli ho preso il furgone e lo abbiamorinchiuso a Nuoro in un garage, poi sono venuti a riprenderselo”
In altra conversazione poi si arriva a parlare di sequestro di un giovane, sembra figlio di Denanni Vittorio, ma anche della possibilità di uccidere Vittorio Denanni che avrebbe un debito di circa 40mila euro con Mesina. Non solo nelle conversazioni poi si parla persino di armi, Beretta .
Insomma una nuova criminalità quella sarda che non ha nulla a che invidiare con altri fenomeni italiani.