Bruno Caccia: ad ucciderlo l’ndrine calabresi
Nonostante sino ad ora non se ne sia mai parlato un libro dimostra quanto il potere dell’ndrine calabresi sia radicato in italia. Paola Bellone e Sergio Leszczynski ne «Il caso Bruno Caccia La verità rivelata»imostrano che «La ’ndrangheta era infiltrata nei poteri forti della politica e dell’economia già trent’anni fa».
Nel testo si è fatto uno studio approfondito sui processi e sulla morte di Bruno Caccia, procuratore capo di Torino avvenuta il il 26 giugno 1983.
La Bellone, sentita da La Stampa ha spiegato di aver potuto leggere gli atti di alcuni processi radicati da Caccia, tra qui quello inerente allo scandalo dei petroli e del primo processo torinese sulle tangenti a tanti politici.Non solo, approfondendo l’analisi degli anni è chiaro che le ‘ndrine calabresi già in quegli anni infiltrano i poteri forti.
Oggi sarebbe tutto dimostrabile anche le motivazioni della cinque sentenze sul caso Caccia poi cancellata dalla Cassazione dimostrerebbero le infiltrazioni criminali.
La ricostruzione puntigliosa dimostra come Domenico Belfiore condannato all’ergastolo per l’omicidio Caccia è solo ‘ultimo anello della catena, nel 1983 Belfiore aveva 30 anni e le ‘ndrine già in quel periodo avevano un chiaro quadr0 d’azione. Tanto è che secondo quanto sarebbe emerso dallo studio già in quegli anni le consorterie calabresi avevano una qualche influenza su dei magistrati.
Domenico Belfiore poi è dimostrabile frequentasse Franco Gonella che a sua volta aveva rapporti con alcuni magistrati torinesi.