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Allarme giacinto d’acqua in provincia di Oristano, bonifiche solo a settembr e

Riola Sardo Lotta al giacinto d'acqua Mancano le autorizzazioni della Regione SardegnaSolo nel mese di settembre sarà possibile effettuare i lavori di bonifica dal giacinto d’acqua lungo il Rio Mare Foghe. La notizia arriva direttamente dall’assessore provinciale all’Ambiente, Emanuele Cera, che nei mesi scorsi ha più volte segnalato il forte ritardo della Regione nel rilascio delle necessarie autorizzazioni.

L’ultimo, obbligatorio parere rilasciato dal SAVI, il servizio dell’assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna, è arrivato solo pochi giorni fa, nonostante fosse stato richiesto dalla Provincia sin dal mese di febbraio 2013.

“Questo ritardo non consentirà di avviare gli interventi prima del prossimo mese di settembre – informa l’assessore Cera – perchè il Consorzio di Bonifica dell’Oristanese, che da mesi ha dato la propria disponibilità ad eseguire gli interventi, è attualmente impegnato in compiti d’istituto con la campagna irrigua. Paradossale che l’ingiustificato ritardo della Regione abbia impedito alla Provincia l’immediato utilizzo dei circa 400 mila euro disponibili e assegnate dalla stessa Regione alla Provincia a seguito della richiesta inoltrata nel 2012”.

“In questo modo – prosegue ancora Cera una situazione già critica rischia di diventare incontrollabile, ancora una volta la Regione non risponde con la tempestività necessaria in questi casi. Purtroppo con l’aumento delle temperature, è probabile che il giacinto d’acqua si diffonda complicando ulteriormente la bonifica, sia in termini finanziari che operativi “.

Lo scorso anno la stessa Provincia ha anticipato 100 mila euro per la rimozione meccanica della pianta infestante e sin dal dicembre del 2012 si è dotata di un programma per l’utilizzo delle risorse, nel quale sono definiti i singoli interventi tra cui quello di rimozione meccanica del giacinto d’acqua, uno studio scientifico finalizzato ad appurare le cause dell’infestazione e ad individuarne le possibili soluzioni, l’eventuale sperimentazione di differenti metodi di contrasto alla proliferazione della pianta e il monitoraggio del corso d’acqua.

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