Sclerosi Multipla e CCSVI: intervista al neurologo americano Dr. David Hubbard
Continua la polemica innescata da alcuni neurologi sul ruolo dell’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI), scoperta nel 2007 dal prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara), nella sclerosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante che colpisce 63.000 italiani e per la quale non si conoscono ancora né le cause né una terapia definitiva e valida per tutti, nonostante le ingenti risorse investite per la ricerca soprattutto nel ricco settore farmaceutico.
Sulla materia abbiamo intervistato l’esperto neurologo americano Dr. David Hubbard, della Hubbard Foundation di San Diego (California):
Dottor Hubbard, sulla base della sua esperienza la CCSVI scoperta dal prof. Zamboni esiste veramente?
“Ci sono molte pubblicazioni che documentano con la venografia a RM e l’ecografia delle anomalie patologiche nelle vene giugulari interne e azygos. La disputa in corso è sulla sensibilità e la specificità di questi metodi. L’attenzione si è spostata sugli effetti di queste anomalie sul sistema nervoso centrale e agli studi sulla perfusione e sul drenaggio del liquido cerebrospinale (CSF).”
A suo avviso c’è una correlazione con la sclerosi multipla e le altre malattie neurologiche?
“Non abbiamo trovato la CCSVI nei pochi pazienti con Parkinson ed Alzheimer che abbiamo studiato. Ma Cheng a Taiwan ha dimostrato un reflusso nella vena giugulare interna dei pazienti con l’Alzheimer.”
Sullo studio CoSMo dell’Aism che nega questa correlazione cosa ci può dire?
“Mi dispiace ma ne so poco di questo studio (NDR: lo studio CoSMo di Aism finora non è stato pubblicato su alcuna rivista scientifica).”
Ai malati di SM positivi alla CCSVI consiglierebbe di fare l’intervento di angioplastica oppure è meglio aspettare la fine degli studi in corso?
“Raccomandiamo a tutti coloro che hanno la sclerosi multipla di verificare se hanno un drenaggio anomalo delle vene giugulari interne e azygos e se ce l’hanno di trattarlo.”