Sclerosi Multipla e Metodo Zamboni: intervista al prof. Sandro Mandolesi (chirurgo vascolare)
Continua la polemica innescata da alcuni neurologi sul ruolo dell’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI), scoperta nel 2007 dal prof. Paolo Zamboni (Direttore del Centro Malattie Vascolari dell’Università di Ferrara), nella sclerosi multipla (SM), malattia gravemente invalidante che colpisce 63.000 italiani e per la quale non si conoscono ancora né le cause né una terapia definitiva e valida per tutti, nonostante le ingenti risorse investite per la ricerca soprattutto nel ricco settore farmaceutico.
Sulla materia abbiamo intervistato il chirurgo vascolare prof. Sandro Mandolesi, docente a contratto dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”:
Professor Mandolesi sulla base della sua esperienza la CCSVI scoperta dal prof. Zamboni esiste veramente?
“Si.”
A suo avviso c’è una correlazione con la sclerosi multipla e le altre malattie neurologiche?
“Si.”
Sullo studio CoSMo dell’Aism che nega questa correlazione cosa ci può dire?
“Va rifatto con metodologia condivisa. L’Osservatorio Nazionale Epidemiologico sulla CCSVI potrebbe essere lo strumento utile a questo fine.”
Ai malati di SM positivi alla CCSVI consiglierebbe di fare l’intervento di angioplastica oppure è meglio aspettare la fine degli studi in corso?
“Queste decisioni sono individuali. Io sono per offrire il maggior ventaglio possibile di trattamenti a chi soffre e il più appropriato in relazione alla tipologia e stadio della sua malattia.”