Sclerosi Multipla: uno studio sulla perfusione cerebrale
E’ stato pubblicato sul sito della rivista scientifica Multiple Sclerosis Journal uno studio intitolato “Ipoperfusione e lesioni ipointense in T1 nella materia bianca della sclerosi multipla”.
Secondo alcuni ricercatori americani, coordinati dal prof. Jerry S. Wolinsky, gli studi di risonanza magnetica longitudinale (MRI) indicano che una frazione delle lesioni di sclerosi multipla (SM) in T2 contiene componenti ipointense in T1 che potrebbero persistere a rappresentare danni ai tessuti gravi e irreversibili. Non è noto perché certe lesioni si trasformano in lesioni ipointense in T1 persistenti.
E’ stato ipotizzato che le lesioni ipointense in T1 si distribuiscono in modo sproporzionato nelle aree più ipoperfuse del cervello. E’ stata quindi studiata l’associazione tra l’ipoperfusione e la distribuzione delle lesioni ipointense in T1.
Sono stati acquisiti i dati di RM e del flusso sanguigno cerebrale (CBF) su 45 pazienti con sclerosi multipla (SM) e su 20 controlli sani. Le mappe del CBF sono state generate usando la tecnica pseudo-continua dell’arterial spin labeling. Le mappe di probabilità della distribuzione delle lesioni sono state sovrapposte alle mappe del CBF.
Sono stati osservati due distinti gruppi del CBF nella materia bianca (WM), sia nei controlli sani che nei pazienti con SM. E’ stata osservata una riduzione complessiva del CBF nei pazienti con SM rispetto ai controlli sani. La maggior parte delle lesioni ipointense in T1 era concentrata quasi esclusivamente nelle regioni della WM con minore CBF. Le lesioni iperintense in T2 in generale erano distribuite nella WM sia ad alta che bassa perfusione.
Al termine dello studio, secondo gli autori, lo studio suggerisce un’associazione tra l’ipoperfusione e le lesioni ipointense in T1.
Fonte: http://msj.sagepub.com/content/early/2013/07/04/1352458513495936.abstract
COMMENTO di CCSVI in MULTIPLE SCLEROSIS (USA):
Gentile prof. Wolinsky — in questa nuova ricerca, lei ha documentato l’ipoperfusione nei pazienti con SM, eppure il suo team finanziato dalla NMSS non si è mai consultato con il prof. Zamboni, e i vostri studi sulla CCSVI non hanno utilizzato il suo protocollo per osservare le malformazioni venose. Voi insistete che la CCSVI non esiste. Il prof. Zamboni ha dimostrato come la circolazione collaterale nella CCSVI crea un rallentamento del flusso sanguigno cerebrale. Per favore si consulti con lui – noi siamo in attesa.