Roberto Vittorio Calabrese, collaboratore di giustizia. Tra minacce e pentimento?
Un collaboratore di giustizia sui generis. Roberto Violetta Calabrese, 49 anni, nonostante fosse in regime di protezione avrebbe proseguito la sua attività criminale.
L’uomo aveva iniziato a collaborare la scorsa primavera con i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nella scorsa primavera, ma aveva paura di morire. Così nonostante essere stato ammesso al sistema di protezione usava, a quanto sembra, metodi mafiosi contro vecchi debitori.
L’uomo avrebbe inviato sms minacciosi a chi gli doveva soldi, uno dei più significativi sembra essere stato «Questa storia un giorno finirà e ci rivedremo » ed aveva persino citato dei documenti che avrebbero inserito la vittima in un presunto giro di usura, ad un altro invece avrebbe detto che avrebbe svelato con chi era associato.
Calabrese operava nel settore edile ed è proprio questo uno dei più ambiti settori di infiltrazione del crimine organizzato, non solo Calabrese avrebbe pure contattato qualcuno per invitarlo a collaborare. Tutto questo però è stato costantemente monitorato dai magistrati antimafia.
A fine giugno Calabrese sarebbe stato convocato dai magistrati e sarebbe “crollato” consegnando schede e telefonini.