Italia

Il Coisp a tu per tu con il Capo della Polizia

francoMaccariMaccari: “La nostra comune priorità è quella di assicurare precisi protocolli operativi. Non avevamo torto, allora, ogni volta che ci hanno attaccato”

“Stabilire protocolli operativi che assicurino ai Poliziotti precisi parametri e modalità di intervento, tenendoli finalmente al
riparo dalle conseguenze nefaste di cui molti, troppi colleghi, sono rimasti vittime spesso a causa di indegne strumentalizzazioni dei fatti. E’ il primo punto nell’agenda del nuovo Capo della Polizia, e coincide perfettamente con quanto chiediamo con forza e insistenza da anni, a costo di farci sparare addosso come pesci in barile… Allora, forse, non avevamo poi torto, no?”
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, a seguito del confronto avuto ieri, assieme ai Vertici della Struttura Nazionale, con il Capo della Polizia, Alessandro Pansa, nell’ambito di un ciclo di incontri che il Prefetto ha voluto con le varie Organizzazioni Sindacali, ed al quale hanno presenziato anche il Direttore dell’Ufficio Relazioni Sindacali del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, Castrese De Rosa, ed il suo Vice, Paolo Cortis.
Un faccia a faccia con il Coisp, dunque, per chiarire i rispettivi modi di pensare e di fare, per spiegare i rispettivi obiettivi, per gettare le basi di una collaborazione aperta e proficua. Un faccia a faccia per scoprire che in mezzo alle numerose problematiche che riguardano gli Appartenenti alla Polizia di Stato e che dunque impegnano il Coisp nella sua azione quotidiana, come quelle dei contratti, delle pensioni, e così via via fino all’avvertita necessità di rinforzare l’Ufficio
Relazioni Sindacali per garantire una più utile e indispensabile attività a livello decentrato, proprio quella dei protocolli operativi è la questione che sta più a cuore a Pansa, il quale ha informato di puntare a mettere insieme un Tavolo Tecnico che possa affrontare il lavoro necessario a predisporli.
“Usciamo da questo incontro con la più positiva delle valutazioni – aggiunge Maccari –. Ci siamo trovati di fronte a un’apertura e ad un pragmatismo non comuni che certamente si fanno apprezzare, e del resto l’iniziativa e lo sforzo di incontrare i Sindacati uno alla volta la dicono lunga sulla evidente seria volontà del Capo della Polizia di ripartire in un’ottica che veda in primo piano migliaia di uomini e donne ormai provati oltre il limite del sopportabile. Ma la più grande soddisfazione per noi è stata constatare di condividere con il Capo della Polizia una preoccupazione così grande come quella della mancanza di protocolli di cui abbiamo discusso, che sottintende un ragionamento ben preciso e calibrato sulla reale conoscenza delle condizioni operative in cui i Poliziotti si trovano ogni santo giorno. Per il Coisp questo ha significato una sorta di chiusura del cerchio. Si tratta di qualcosa che abbiamo chiesto instancabilmente da anni, soprattutto nei momenti di maggior difficoltà per gli Appartenenti alla Polizia di Stato, quando cicloni mediatici li hanno travolti alimentando il solito bailamme di critiche e giudizi spietati e senza appello, emessi il più delle volte prima ancora che si
capisse cosa fosse realmente accaduto, e di norma ad opera di chi del vero lavoro che i Poliziotti svolgono soprattutto per le strade non sa assolutamente un bel niente! E quei cicloni hanno finito con il travolgere anche noi del Coisp, che abbiamo tenuto la schiena dritta nonostante siamo stati puntualmente facili bersagli preferendo restare coerenti e onesti per tenere fede alla rappresentanza dei colleghi in contesti generali in cui tutti si sono sempre inchinati all’opportunismo politico istituzionale più totale. Ma poco importa, se l’obiettivo alla fine è stato centrato, poiché è innegabile che bisogna stabilire le regole del gioco prima di dire che i Poliziotti le hanno violate! Altrimenti è troppo facile contestarli sempre e comunque…”.
“Tante ne abbiamo passate – insiste il Segretario Generale del Coisp – battendoci per questo che è alla base di una seria tutela che lo Stato deve ai suoi Servitori, per anni, mese dopo mese, fino ai più clamorosi fatti di Ferrara di marzo, e poi fino al nostro Congresso Nazionale di un mese fa, in cui ancora parlavamo della disperata necessità di fornire ai Poliziotti gli strumenti necessari a svolgere il proprio lavoro, prima di tutto con l’adozione di protocolli operativi che dettino linee guida semplici e adattabili a qualsiasi intervento, nelle quali sia ben specificato come operare, quali azioni compiere, in quale ordine di priorità ed importanza, cosa fare e non fare. Tante ne abbiamo dovute sopportare, dai vili attacchi mediatici fino a quelli che ci hanno danneggiato in maniera incalcolabile, accanendosi così contro le migliaia di Poliziotti che rappresentiamo… ma si è sempre trattato delle solite inutili cagnare di chi non ha alcuna cognizione delle cose. Chi ha voce in capitolo, invece, è evidentemente sulla nostra stessa lunghezza d’onda e ciò, se non ci sorprende, ci gratifica comunque molto. Il lavoro futuro di tutti noi si presenta indiscutibilmente con ottime premesse”.

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