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Sclerosi Multipla: la CCSVI è un’entità medica e va studiato il suo ruolo

veins_miniE’ stata pubblicata sulla rivista scientifica Veins & Lymphatics un’interessante revisione (review) intitolata “La controversia sull’insufficienza venosa cronica ceebrospinale“.

Secondo alcuni ricercatori dell’Università di Ferrara, coordinati dal prof. Paolo Zamboni, l’obiettivo della revisione era quello di analizzare l’attuale controversia scientifica sull’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) e sulla sua associazione con le malattie neurodegenerative e la sclerosi multipla (SM).

Sono stati rivisti tutti gli studi pubblicati sulla prevalenza della CCSVI nei pazienti con SM, tra cui quelli con l’ecografia e la venografia con catetere. Inoltre, sono state prese in considerazione altre pubblicazioni che trattano le conseguenze fisiopatologiche della CCSVI nel cervello, così come alcuni recenti dati che caratterizzano la patologia delle pareti venose in corso di CCSVI. Infine, sono stati ulteriormente aggiornati i dati pilota sulla sicurezza e sull’efficacia del trattamento endovascolare della CCSVI.


Gli studi di prevalenza mostrano una grande variabilità nella prevalenza della CCSVI nei pazienti con SM valutati in base ai criteri ecografici stabiliti. Questo potrebbe essere legato alla forte operatore-dipendenza dell’ecografia. Tuttavia, 12 studi, con il mezzo più obiettivo della venografia con catetere, mostrano una prevalenza della CCSVI nella SM > 90%. Nella SM l’ipoperfusione globale del cervello e la riduzione della dinamica del fluido cerebrospinale hanno dimostrato di essere correlate alla CCSVI. Studi istologici post-mortem corroborano la decisione di Consensus nel 2009 dell’Unione Internazionale di Flebologia (UIP) di inserire la CCSVI tra le malformazioni venose. Infine, la sicurezza dell’angioplastica delle vene extracraniche è stata certamente dimostrata, mentre i dati prospettici sulla potenziale efficacia del trattamento endovascolare della CCSVI giustificano di procedere con studi controllati randomizzati (RCT) per aumentare il livello delle evidenze.

Secondo gli autori, tenendo conto degli attuali dati epidemiologici, inclusi gli studi con la venografia con catetere, i reperti autoptici, ed il rapporto tra la CCSVI sia con l’ipoperfusione e con il flusso del fluido cerebrospinale, si può concludere che la CCSVI può essere inserita definitivamente tra le entità mediche.

La ricerca è ancora inconcludente nel chiarire il ruolo della CCSVI nella patogenesi dei disturbi neurologici. La controversia tra la comunità vascolare e la comunità neurologica è dovuta alla grande variabilità nella prevalenza della CCSVI nei pazienti con SM con il mezzo della valutazione ecografica venosa.


E’ necessaria una valutazione della CCSVI più riproducibile ed oggettiva. Infine, gli attuali studi RCT possono chiarire il ruolo del trattamento endovascolare della CCSVI.

Fonte: http://www.pagepressjournals.org/index.php/vl/article/view/vl.2013.e14

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