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I Fantasmi del castello della Medusa

Nella strada tra Samugheo e Asuni, in centro Sardegna, esistono, quasi da sempre, in un luogo impervio e terribile, le rovine di un antichissimo castello: il castello di Medusa.

Medusa, molto nota è la storia che ci viene dai classici greci del re Perseo e di sua figlia Medusa, ma la Medusa sarda appartiene a tempi ancora più remoti.

Anche in Sardegna, come in ogni luogo, tutti i castelli hanno la loro storia ben documentata. Dell’antichissimo castello di Medusa, in studi più o meno recenti si è stabilito che il castello e’ di sicura origine bizantina e che la sua costruzione risale esattamente all’anno 532 dell’era cristiana. la tradizione locale invece non è d’accordo. Il castello,si narra, è ben più antico e misterioso.

A Medusa, vi si arriva attraverso una impervia e pericolosa strada e, ciò che rimane dell’antico maniero, si scorge in una specie di burrone, solcato da due fiumi. Il panorama è mozza fiato, ci si immerge quasi in una pagina del libro Il Signore degli Anelli. In queste scarpate e dirupi pascolano solo le capre, perché solo loro sono in grado di passare tra le rocce e le sterpaglie.

In tempi remoti il castello interamente scavato nel marmo, era dimora temporanea di pastori, ma, essendo troppo spesso perseguitati dai fantasmi, si dice che Medusa ne sia pieno , a poco a poco evitarono il luogo. In effetti il castello è terribile di giorno che dire di notte. Ad accentuare l’atmosfera è la presenza di una grotta, che si dice anticamente portasse ad un altro castello, sempre chiamato Medusa, nella zona di Lotzorai in Ogliastra.

Ma veniamo alle “presenze”. Il castello ospiterebbe ancora il fantasma della fantomatica regina Medusa. Si narra che lei preparò due forzieri identici: uno pieno di oro e pietre preziose, l’ altro con un insetto, la musca maghedda, che sarebbe stata capace di sterminare l’intera specie umana. Per questo motivo nessuno osò mai cercare il tesoro.

Ma ci sono altre leggende legate a questa figura: la tradizione trasforma Medusa in un uomo e ne fa l’amante di Maria Cantada. La ninfa boschiva tesseva fili di lino con il suo telaio d’oro massiccio e il rumore della tessitura veniva sentito in lontananza come un lugubre rintocco a morto. Il re, durante le sue sortite per raggiungere l’amata, per trarre in inganno i nemici, era solito ferrare il cavallo al contrario. Ben presto, proprio a causa del desiderio di uscire allo scoperto, il re fu ucciso dai suoi nemici e da allora il tanto celebrato fantasma di Maria Cantada, fluttua nel buio della notte in compagnia di esseri mostruosi avvinti dalle fiamme.

Certo ci sono gli scettici e così un giorno un gruppo di amici si recarono a visitare il luogo. Mentre osservavano il posto, insultavano la regina Medusa, dicendo anche che non credevano a queste storie di regine e fantasmi. La giornata era bella e soleggiata, ma, a quelle parole, non passarono neanche dieci minuti, che il cielo si oscurò, iniziò a grandinare, tuonare. Il cielo era solcato da fulmini. Il tutto in modo violento per due ore. Il gruppo di amici cercava riparo sotto un ombrello rosso, il cui proprietario era proprio il più scettico. Inutilmente, l’ombrello fu letteralmente fatto a brandelli che avevano con loro. Così arrivarono alla loro macchina terrorizzati e di corsa tornarono verso casa. Lo stupore è che voltandosi indietro il sole era tornato a splendere nella vallata.

Di sicuro non torneranno di nuovo al castello della Medusa.

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