Passeggiando al Verano, una giornata dei defunti d’artista
In 26 anni della mia vita non ero mai entrato al Cimitero Monumentale del Verano di Roma. Certo non viene il pensiero tutti i giorni di andare al cimitero, sopratutto quando sei piccolo. Ma è anche vero che spesso il rapporto con chi non c’è più e con la morte si cerca di evitarlo. Mie ultime vicissitudini appunto mi hanno fatto riflettere e capire la nostra limitatezza umana, il fatto che oggi ci siamo e domani chissà. Ma questo non deve essere un peso,anzi deve far .capire che ogni giorno è importante, ogni momento è importante. Molto spesso cadiamo nelle nostre depressioni ingigantendole, dimenticandoci che la vita è una festa. Comunque ritornando ad oggi, l’aver avuto la possibilità di omaggiare i grandi dello spettacolo del passato, partendo dall'”Albertone nazionale” simbolo della città eterna, passando per i simboli della commedia italiana come Marcello Mastroianni , Nino Manfredi e Vittorio Gassmann, per non dimenticare il grande regista neorealista Vittorio De Sica e un altro simbolo della romanità Aldo Fabrizi mi ha stretto il cuore. Il ricordo di ognuno di loro è vivo più che mai ogni volta che si ha la possibilità di rivederli, purtoppo non dal vivo, in video nelle loro esibizioni. E nel significato del rituale della sepoltura ho percepito la forza del ricordo che rimane viva nei presenti. Lasciar un luogo simbolico dove poter rimanere in eterno aiuta la memoria dei vivi, di chi è ancora presente a dar forza, a dar vita per assurdo, all’idea, al pensiero di quella persona che non è più presente fra noi. Concludendo aver rivisto tutti questi personaggi dello spettacolo tutti insieme, lì come in un dipinto, mi ha dato la forza di immaginare che bisogna sperare in un futuro migliore, culturalmente parlando, che loro sono lì in qualsiasi momento per dar conforto e forza a noi presenti a dare il meglio di noi come loro fecero nella loro vita passata.