Quote latte, Fima: se i conti sono sbagliati paghino i veri responsabili
Se veramente i conti sono sbagliati vanno bloccati i pignoramenti in corso da parte di Equitalia agli splafonatori e restituiti 2,4 miliardi di euro a tutti gli allevatori che hanno versato multe non dovute e acquistato quote non necessarie. Così Saverio De Bonis, coordinatore Fima, federazione italiana movimenti agricoli.
“Il pasticcio al vaglio della Procura di Roma deve andare sino in fondo – aggiunge – per scoprire i veri responsabili di una situazione intollerabile e mai chiarita”.
“La non corretta quantificazione delle quote latte, che ha cagionato ingenti danni sia ai produttori che allo Stato italiano a causa di sanzioni non dovute, ha una regia mista pubblico-privata”, afferma il coordinatore Fima.
“L’ indagine dei carabinieri del 15 aprile 2010 – fa notare – con cui si denunciavano gli errori di calcolo del sistema quote latte da parte di Sian (sistema informativo agricolo nazionale), Agea e Banca dati nazionale, era nota a tutte le organizzazioni sindacali, il cui lungo silenzio è forse dipeso dal fatto che le stesse erano dentro il circuito societario Sian, con un gigantesco conflitto di interessi”.
Ora, le stesse, si sono svegliate dal torpore e dopo aver bruciato risorse pubbliche per oltre 68 miliardi di vecchie lire in “censimenti fasulli”, minacciano di far restituire le multe non dovute, con altre risorse pubbliche.
“Il principio è corretto – conclude – ma a pagare non può essere solo lo Stato”.
Ufficio Stampa Fima