Campobello di L. (Ag) Custodia cautelare per un 38enne cugino di Falsone
PALERMO – Un’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata eseguita la scorsa notte dai Carabinieri del “Nucleo Investigativo” di Agrigento con l’ausilio dei militari della Stazioni di Ravanusa e Campobello di Licata (Ag)
Destinatario del provvedimento Angelo Middioni (nella foto), 38enne bracciante agricolo campobellese, emesso dal G.i.p. del Tribunale di Palermo Lorenzo Matassa su richiesta del Sostituto Procuratore Giuseppe Fici della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo. I magistrati palermitani “concordano con le risultanze investigative del ‘Reparto Operativo’ dei Cc di Agrigento – si legge testualmente nel provvedimento – che indicano Middioni responsabile di associazione di tipo mafioso ed estorsione in concorso con l’aggravante delle modalità mafiose”, è accusato di avere fatto parte di Cosa Nostra in organico alla “famiglia” di Campobello di Licata. Le indagini hanno permesso di accertare che “in più occasioni ha imposto il pizzo ad imprenditori del luogo e del territorio circostante, area sotto l’influenza della famiglia mafiosa campobellese”.
Forte del legame di parentela diretta con Giuseppe Falsone, all’epoca dei fatti ritenuto essere il “reggente” della provincia di Agrigento di Cosa Nostra anche se latitante, avrebbe riscosso a titolo di imposizione estorsiva il pagamento di somme denaro dal 2006 agli anni successivi. Tra gli elementi raccolti determinanti le propalazioni accusatorie dei collaboratori di giustizia Maurizio Di Gati e Giuseppe Sardino che hanno confermato il ruolo di Middioni come “collettore delle estorsioni sul territorio campobellese e quello circostante del cugino Giuseppe Falsone, quindi di Cosa Nostra”. Middioni, dalle risultanze investigative, sarebbe diventato “l’esattore del pizzo per conto della famiglia mafiosa di Campobello di Licata,” dopo l’arresto di Ignazio Accascio nell’ambito dell’operazione antimafia “Ghost2, quest’ultimo già “reggente” durante l’ultimo periodo di latitanza di Falsone. Middioni è stato tradotto in carcere in attesa del primo interrogatorio di garanzia.
(di Silvio D’Auria)