La tossina botulinica nella compressione della vena giugulare da muscolo omoioideo
La guida elettromiografica dell’ago utilizzato per le applicazioni di tossina botulinica unitamente alla guida ecografica consente all’operatore di operare in condizioni di massima sicurezza e di minore invasività.
L’effetto dell’ infiltrazione di tossina botulinica si manifesta al massimo della sua efficacia a distanza di un mese dall’inoculazione. Dopo il primo mese è infatti possibile valutare gli effetti emodinamici della procedura. Vista la bassa incidenza dei casi operati di PTA di compressione esercitata dal muscolo omoioideo, abbiamo testato sin’ora questa procedura su 7 pazienti. Siamo in attesa di poterne valutare l’efficacia. E’ rimarchevole il fatto che la procedura da noi messa a punto consenta di non causare lesioni permanenti a carico della muscolatura del collo, che sono invece inevitabili con la sezione di un muscolo.
Una volta testata l’efficacia dell’intervento a livello circolatorio venoso è infatti sufficiente ripetere l’infiltrazione muscolare entro il quarto mese dalla prima data di inoculazione. E’ possibile pensare che vista la dimensione ridotta del muscolo in questione dopo un numero di 2 o 3 infiltrazioni sia possibile addivenire un allungamento strutturale del muscolo. Se tale procedura invece non dovesse mostrare effetti clinici sarà sufficiente non ripetere l’infiltrazione per ottenere il ripristino della situazione muscolare precedente.
L’utilizzo della guida elettromiografica fa sì che l’operatore sia sicuro di infiltrare tessuto muscolare attivo e non del tessuto interstiziale, connettivale o comunque non contrattile.
Soltanto utilizzando contemporaneamente le due metodiche e affidandole a mani esperte (è necessario avere un training specifico per infiltrare i muscoli del collo: neurologo esperto in miologia ed elettromiografia dei muscoli del collo) è possibile il miglior risultato. Va ricordato che i muscoli del collo sono fondamentali per la deglutizione, la fonazione e il controllo posturale del capo. Un’azione inadeguata nei confronti di tali strutture potrebbe provocare degli spiacevoli inconvenienti che seppur transitori potrebbero nuocere gravemente al paziente (disfagie, disartrie, malposizionamento del capo).
La mano dell’elettromiografista deve essere guidata dall’ecografista esperto in CCSVI.
Dopo il comprovato successo di questa metodica potrebbe anche essere presa in considerazione la sezione del muscolo.
Dott.ssa Elena Righi
Prof. Paolo Onorati
Dott.Tommaso Lupattelli