Vibo Valentia: arrestati Paolo Potenzoni, Michele Purita, Carmelo Barra e Stefano Mercadante
Vibo Valentia, quattro persone, tra cui un poliziotto, sono state arrestate e poste ai domiciliari perchè accusate a vario titolo di usura, corruzione, intestazione fraudolenta di beni e violenza privata aggravata da metodologia mafiosa. L’operazione è stata condotta dalla squadra mobile di Catanzaro.
Gli arrestati sono: Paolo Potenzoni, 33 anni;(arresti domiciliari) Michele Purita (46)(arresti domiciliari), Carmelo Barra (31) (arresti domiciliari) ed il sovrintendente Stefano Mercadante (49). Notificato anche un obbligo di dimora a Domenico Lo Bianco, alias “Piccinni” 51 anni.
Secondo quanto riporta Il Lametino i quattro sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di usura, corruzione in concorso, intestazione fraudolenta di beni e violenza privata aggravata dalla metodologia mafiosa. Tra i provvedimenti anche quello a carico di Stefano Mercadante, 49 anni, appartenente alla Polizia di Stato in servizio presso la Questura di Vibo Valentia, ritenuto responsabile, dei reati di concussione ed, inoltre, di corruzione in concorso con Michele Purita.
Il provvedimento cautelare ha trovato fondamento nell’attività investigativa della Squadra Mobile di Catanzaro che è stata sviluppata, con l’ausilio di numerose attività intercettive, oltre che a riscontro delle dichiarazioni rese da un testimone di giustizia, e che ha portato ad accertare attività usuraie, subite da quest’ultimo, nell’arco di tempo 2001-2011 da Paolo Potenzioni, come soggetto contiguo alla criminalità organizzata del vibonese, oltre responsabilità a carico di Domenico Lo Bianco (quale elemento di spicco dell’omonima famiglia mafiosa, referente della famiglia Mancuso di Limbadi per la città di Vibo Valentia), per intestazione fittizia di beni finalizzata “all’elusione dei divieti previsti dall’applicazione nei suoi confronti della Misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale di pubblica sicurezza” e di violenza privata, nei confronti del menzionato testimone di giustizia, finalizzata alla stesura di un atto di compravendita di un bene immobile.
Per quanto riguarda il poliziotto corrotto, ovvero il sovrintendente Mercadante i fatti sono riferiti in qualità di appartenente alla Squadra Amministrativa della Divisione Polizia Amministrativa della Questura di Vibo Valentia. Nel provvedimento cautelare al poliziotto gli sono contestati i reati di concussione e corruzione, con due condotte distinte condotte. Nello specifico riguardo all’ipotesi di concussione nel 2008 Mercadante avrebbe costretto il titolare di un Istituto di Vigilanza, oggi testimone di giustizia, alla ritiro di querela nei confronti del responsabile di altro Istituto di Vigilanza, minacciando “il primo di relazionare informazioni negative con l’intento di favorire il secondo”. Per quanto concerne il reato di corruzione il sovrintendente della polizia avrebbe percepito da Michele Purita, nel 2011, quale legale rappresentante di un Istituto di Vigilanza, somme di denaro al fine di garantire a questi l’assenza di controlli all’attività e l’esito favorevole degli accertamenti affidati alla Squadra Amministrativa a cui era addetto. Un reato, quest’ultimo, per il quale risponde in concorso con Purita. Dopo le formalità di rito sono stati tutti accompagnati presso i loro rispettivi domicili dove resteranno a disposizione dell’ Autorità Giudiziaria. (Fonte Il Lametino)