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La Sardegna può cambiare, assemblea elettiva CNA in corso a Cagliari

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La Sardegna può cambiare. Con questo slogan si è aperta a Cagliari l’assemblea elettiva della Cna Sardegna. Il congresso regionale, al quale partecipano 160 delegati provenienti da tutta l’isola, espressione delle sette associazioni provinciali e delle unioni di mestiere, è per l’associazione un’occasione per fare il punto della situazione dell’economia sarda e di quello che, nonostante la scarsa attenzione delle istituzioni, continua ad essere uno dei settori trainanti dell’economia sarda: l’artigianato.

Gli interventi pregiudiziali

La Cna – come si legge nella relazione del presidente Bruno Marras – ritiene necessarie le seguenti precondizioni per l’avvio di una efficace azione di programmazione e sviluppo che possa dare impulso all’economia isolana. In primo luogo chiede una revisione dell’assetto istituzionale e amministrativo della Regione e una radicale riforma dell’apparato burocratico. Oltre alla semplificazione e al riordino dei diversi livelli amministrativi e delle tante agenzie ed enti regionali, la Cna ritiene improcrastinabile anche una revisione dei criteri di impostazione del bilancio regionale. Attualmente infatti, a causa dei vincoli esterni sempre più stringenti, del patto di stabilità e dei tagli alle risorse statali, il bilancio regionale risulta ingessato da troppe spese correnti vincolate che lo privano del tutto delle risorse necessarie alle politiche di sviluppo. La Cna ritiene viceversa che sia necessario un piano di sviluppo di lungo periodo che possa risolvere i problemi infrastrutturali della Sardegna.


I nodi infrastrutturali. Sul fronte dei trasporti, l’associazione auspica un modello di continuità territoriale che garantisca un’offerta adeguata e omogenea, aerea e marittima, sia per il trasporto merci che dei passeggeri, «con una mano pubblica che gioca il ruolo di regolatore del mercato e non di giocatore in campo», ha puntualizzato Marras esprimendo non poche perplessità sul nuovo regime di trasporti aerei varato dalla Giunta, «la cui offerta è ancora monca per tratte e numero di destinazioni». La Cna rileva inoltre la totale assenza di una proposta relativa al trasporto delle merci e auspica un organico piano regionale che ridisegni l’intero sistema dei trasporti dell’isola. Quanto alla annosa questione dell’energia, l’associazione auspica che la Sardegna, porta d’ingresso nel Mediterraneo, sia ricompresa nel progetto di sviluppo delle reti infrastrutturali, trasportistiche ed energetiche in fase di programmazione europea. E’ il caso del progetto Ten.T, dei progetti riguardanti le connessioni energetiche tra Sardegna e Corsica e il Galsi, progetto di metanizzazione oggi abbandonato nonostante la Sardegna sia l’unica regione europea a non disporre del metano, materia prima essenziale per ridurre gli alti costi dell’energia. Anche su questo fronte la Cna auspica un piano regionale che faccia dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili l’asse portante della politica ambientale regionale. Quanto alla conoscenza e alle altre infrastrutture immateriali, la Cna considera improrogabili gli investimenti nell’istruzione e nella formazione dei ragazzi in una regione come la Sardegna, caratterizzata dal più elevato tasso di abbandono scolastico, dal più basso tasso di scolarizzazione superiore e da un rapporto deficitario tra istruzione superiore, università e sistema economico. «Oltre che investire massicciamente nell’istruzione è necessario modernizzare i sistemi educativi avvicinando il sistema scolastico-formativo a quello produttivo».

Il giudizio sulla Giunta regionale

Tracciando un bilancio della legislatura che si sta concludendo, la Cna ha un giudizio molto negativo sull’azione della Giunta Cappellacci, fatta di interventi di promozione frammentati, polverizzati, disorganici ed estemporanei, proposti da tutti i livelli istituzionali, spesso capaci solo di produrre sperpero di risorse pubbliche: «Osserviamo preoccupati il susseguirsi di un metodo di governo che propone azioni e nutre il dibattito politico rilanciando obiettivi di grande effetto, la cui popolarità e il consenso, alimentato dal disagio sociale crescente, è inversamente proporzionale alla possibilità di realizzarli».

Ecco la posizione dell’associazione su alcuni temi dell’attuale dibattito politico.


PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE. La Cna sarda ritiene la tutela dell’ambiente assolutamente strategica per lo sviluppo della regione. «Per questo riteniamo inopportuno il tentativo di procedere alla revisione del Ppr senza la necessaria coopianificazione con lo Stato prevista dal codice Urbani e dalla Costituzione e proponiamo che anziché sulle nuove cubature si punti ad una rilancio dell’edilizia attraverso la manutenzione del territorio e il riutilizzo e la rifunzionalizzazione di tanti edifici esistenti in Sardegna».

ZONA FRANCA INTEGRALE. Quanto alle politiche fiscali della Giunta Cappellacci, la Cna esprime forti riserve sulla scelta di puntare sulla Zona franca integrale, sottolineando i pericoli che questa riforma, di per sé difficilmente ottenibile dallo Stato, potrebbe portare nei conti pubblici regionali che sarebbero improvvisamente privati di un gettito fiscale necessario per sostenere servizi primari come sanità e trasporti. «Fino ad oggi sono rimaste inevase e senza risposta le nostre domande – ha spiegato Marras -: chi paga? Come sostituiamo il mancato gettito che priverebbe la Regione della possibilità di sostenere i servizi primari? A chi li accolliamo?». Per queste ragioni l’associazione rilancia il confronto sul tema della insularità in modo da ottenere risorse adeguate per colmare il gap infrastrutturale della Sardegna, nonché quello sulla fiscalità di vantaggio, considerato uno strumento veramente decisivo per favorire il rilancio dell’economia sarda e attrarre investimenti nell’isola.

MANOVRA FINANZIARIA. La Cna considera favorevolmente la riduzione del 70% dell’Irap inserita nella manovra e chiede che si completi l’iter normativo in modo da rendere immediatamente applicabile la riforma. L’associazione ha però una posizione molto critica sulla manovra finanziaria nel suo complesso considerandola del tutto incapace di proporre e trasmettere stimoli positivi alla stagnante economia sarda. «Le risorse destinate ai sistemi produttivi e all’occupazione sono passate da 530 milioni del 2009 agli attuali 230 e il bilancio 2014 riserva solo 4 milioni a due settori strategici come artigianato e commercio che, con 75mila imprese, rappresentano oltre la metà del sistema produttivo isolano». La Cna lamenta inoltre una scarsa attenzione della Regione per un settore strategico come l’artigianato artistico, denunciando la scomparsa totale delle risorse dedicate alla tutela e alla salvaguardia delle produzioni, ai marchi di qualità, alla promozione e alla commercializzazione dei prodotti.

Tra gli altri interventi correttivi alla manovra finanziaria la Cna sarda propone un intervento urgente per lo sviluppo e l’occupazione che preveda l’immediata realizzazione di un piano straordinario per la messa in sicurezza e l’efficientamento energetico degli edifici pubblici: «Si tratta di una misura ad alto impatto occupazionale che sarebbe in grado di coinvolgere attivamente il sistema delle piccole imprese regionali». Propone infine di integrare il sostegno ai fondi di garanzia dei Consorzi Fidi dell’Artigianato e del Commercio con la necessaria dotazione che consenta sufficienti margini d’azione ad organismi essenziali per favorire l’accesso al credito delle imprese artigiane.


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