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Insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) nella sindrome di Ménière

27E’ stato pubblicato sulla rivista scientifica Otorinolaringologia uno studio intitolato “L’insufficienza venosa cronica cerebrospinale nella sindrome di Menière: diagnosi e trattamento“.

Secondo alcuni ricercatori italiani, recenti studi eseguiti presso la Divisone di Neurologia dell’Ospedale Bellaria di Bologna in pazienti affetti da Sindrome di Menière hanno dimostrato una significativa associazione di lesioni stenotiche e/o malformative valvolari a carico della vena giugulare e/o azygos, con caratteristiche morfo-funzionali simili a quelle riscontrabili nella sclerosi multipla che sono causa di una insufficienza venosa cronica cerebrospinale (chronic cerebro spinal venous insufficiency, CCSVI).

Nello studio, gli autori, dopo aver maturato una notevole esperienza nella diagnosi e trattamento endovascolare della CCSVI nella sclerosi multipla con oltre 200 pazienti operati, presentano i risultati preliminari di uno studio diagnostico e clinico di validazione di trattamento endovascolare in pazienti affetti da Malattia di Menière refrattaria alla terapia medica convenzionale, eseguito dal gennaio a luglio 2013.

Presso la UD di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare della Clinica “GEPOS” di Telese Terme (BN) sono stati valutati 25 pazienti con diagnosi di Malattia di Menière (MM) clinicamente definita secondo i parametri AAO 1995 (13), con la tetrade sintomatica caratteristica: ipoacusia, vertigini, acufeni e fullness auricolare. L’esame ecocolorDoppler, eseguito con apparecchiatura Esaote My Lab Vinco secondo la metodica di Zamboni per la diagnosi di CCSVI, ha mostrato la presenza di lesioni caratteristiche della CCSVI in 24/25 casi, con almeno 2 parametri diagnostici positivi. Il test è stato eseguito anche in una popolazione-controllo sana, in cui la positività dei parametri per CCSVI è stata dello 2-3%. Dei 24 pazienti positivi per CCSVI, 5, 4 donne, 1 uomo, hanno accettato di sottoporsi a trattamento endovascolare di angioplastica (PTA)* delle vene giugulari, 4 con MM monolaterale, 1 bilaterale con insorgenza della malattia variabile da 28 a 2 anni; in tutti le vene azygos sono risultate indenni da lesioni significative alla flebografia selettiva. Non si è registrata nessuna complicanza maggiore né minore né nel postoperatorio né nel follow-up successivo e tutti i pazienti sono stati tutti dimessi il giorno dopo la procedura. Il follow-up ad 1 e 3 mesi dalla PTA ha rilevato in 4/5 pazienti un miglioramento della capacità uditiva, valutata con esame audiometrico tonale e vocale, una riduzione degli acufeni. Un paziente non ha mostrato miglioramenti significativi della capacità uditiva, anche se ha riferito una soggettiva riduzione degli acufeni e della sensazione di ripienezza dell’orecchio; 2 pazienti hanno presentato crisi vertiginose di entità clinica molto più lieve rispetto a quelle pretrattamento. Quattro pazienti non hanno presentato recidive morfologiche di stenosi al controllo ecocolorDoppler, in un paziente si è evidenziata la persistenza di un parametro positivo per CCSVI.

Al termine dello studio, secondo gli autori, la procedura endovascolare di PTA delle vene giugulari interne si è rivelata sicura, a basso rischio, poco invasiva, associabile a tutti i principi farmaceutici comunemente impiegati per il trattamento della MM. L’esiguità della casistica presentata ed il breve follow-up non consentono ancora di trarre indicazioni significative sulla validità della procedura di PTA nei pazienti menierici con positività dei parametri diagnostici di CCSVI, tuttavia i primi risultati sono tali da far ritenere tale procedura possibile per la MM refrattaria alla terapia medica convenzionale, in attesa di dati numerici più significativi e con un follow-up più lungo.

Fonte: http://www.minervamedica.it/it/riviste/otorinolaringologia/articolo.php?cod=R27Y2013N04A0173

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