Questa volta è andata diversamente. Nonostante tutto.
Casa Pound a Roma e non solo anima la protesta, non è mistero è cosa nota. Oggi un gruppo di neofascisti, militanti di Casa Pound avevano stabilito un assalto alla sede della rappresentanza in Italia dell’Unione Europea. Felpa nera, maschera di plastica con tricolore, cappio al collo, via all’assalto.
In via IV Novembre, centro di Roma, è uno sfilare di militanti neofascisti, assalto con scala e furto di bandiera, cariche dispersive della Polizia, feriti forse, un fermo.
Il fermato non è altro che uno dei leader, Simone di Stefano, noto per le sue posizioni estremiste. La notizia è stata confermata anche dalla Digos della Questura di Roma che dopo gli accertamenti lo hanno trattenuto in qualità di autore del furto della bandiera dell’Unione Europea avvenuto stamattina presso il palazzo della rappresentanza in Italia della Commissione Europea. Di Stefano sarebbe salito per primo a tentare di sostituire la bandiera blu dell’Europa con quella dell’Italia.
Per Casa Pound le forze dell’ordine hanno usato troppa forza ed avevano un chiaro intento liberticida “Quella messa in atto questa mattina dal popolo del 9 dicembre era una manifestazione totalmente pacifica: un centinaio di persone con maschere tricolore da fantasma e cappi al collo, a simboleggiare gli italiani ‘suicidati’ a causa delle folli politiche europee, esponevano uno striscione con su scritto ‘gli italiani non si arrendono’. Erano assolutamente “non violenti”, e sono stati caricati senza che avessero fatto il minimo gesto di provocazione”.
Intanto però sono state denunciate altre persone.
Intanto, lo si legge sulla pagina social del movimento Casa Pound, “Al presidio romano di piazzale Partigiani del movimento “9 dicembre” affisso uno striscione in solidarietà del vicepresidente di CasaPound Italia, Simone Di Stefano, arrestato questa mattina dopo una manifestazione sotto l’ufficio di rappresentanza dell’Unione Europea a Roma.”
