Forconi, coordinamento per la rivoluzione 9 dicembre, tra tradimento e scissione
Dal tradimento al furto d’identità: querele in vista per i traditori del popolo italiano. La befana arriva per tutti!
5 GENNAIO – Quello che non è stato mai detto ai giornalisti e ai cittadini liberi che si son sentiti traditi dagli “scissionisti”, lo diciamo oggi. Nomi, fatti e altre amenità di tutti quelli che hanno tradito il popolo italiano trattando col Governo prima della manifestazione nazionale del 18 dicembre 2013 e che oggi si impossessano del nome del Movimento, Coordinamento e Comitato 9 dicembre, col fine di confondere giornalisti e opinione pubblica. Ma la strategia è nata molto prima ed è una di quelle sofisticate. Il Coordinamento 9 dicembre ha deciso di spiegare, per volontà di tutti i coordinatori locali, cosa sta davvero accadendo.
Diventa doveroso fare queste precisazioni, soprattutto alla luce del caos che dilaga sempre più e che è dovuto alla nascita di movimenti e comitati che portano un nome simile a quello del nostro coordinamento. Tra questi ci sono anche i vecchi traditori che, prima irretirono il popolo promettendo di appoggiare la loro richiesta, cioè quella di pretendere le dimissioni di un governo abusivo, poi invece decisero di provocare la scissione in modo programmatico, col solo e unico fine di aggredire la buonafede della protesta, in modo che tutti i cittadini liberi che seguivano il Coordinamento e le iniziative, si disaffezionassero e perdessero ogni speranza.
LA STRATEGIA DEI TRADITORI – Noi la chiamiamo “strategia della confusione”. Ed è una di quelle sofisticate, ideata dal sistema ed è stata manovrata coscientemente dall’alto. Ha avuto come unico obiettivo, quello di fomentare la protesta dei cittadini onesti coinvolgendo quanta più gente possibile, per poi tradirla e spegnere in loro ogni speranza. In questo modo si è evitato che nascesse una protesta spontanea e che si sviluppasse in modo democratico. Il sistema ha adottato uomini nuovi per infiltrarli nell’anti-sistema e poter così controllare, guidare e poi disgregare la protesta. Gli strateghi hanno usato come pedine proprio Ferro, Chiavegato, Zanon e tutti coloro che hanno preso le distanze dalla manifestazione decisa democraticamente dal Coordinamento. Queste persone ci hanno tradito e hanno tradito se stessi. Adesso, avendo perso molto seguito ed essendo a corto di consensi, soprattutto dopo la manifestazione-flop di Ferro a Palermo, hanno deciso di organizzarsi per rubarci l’identità, confondendo l’opinione pubblica. Non solo: in uno dei loro siti web (9dicembre.it), hanno addirittura elencato i “loro presidi”, citando però quelli di cittadini liberi che non hanno bisogno di padroni e che, per questo, si sono organizzati assieme a noi. Adesso i traditori vogliono raccogliere tutto il seguito che hanno perso, usando in modo subdolo il nome del coordinamento, registrando marchi e siti web, confondendo l’opinione pubblica e limitando la libertà di espressione delle persone che si aggregano sempre di più nel nostro Coordinamento.
Chi sono questi uomini? Sono tutti coloro che facevano parte dei costituenti del Coordinamento 9 dicembre, distaccandosene poi in vista della manifestazione del 18 dicembre scorso. Le motivazioni facevano ridere: invece di dare voce al popolo che avevano detto di sostenere, decisero di evitare una manifestazione di piazza assolutamente pacifica a causa del rischio infiltrazioni. Ridicolo! Ma che coerenza è questa? Noi gli infiltrati li combattiamo, non rinunciamo alla nostra libertà di espressione per un rischio che poi è ovunque! I primi infiltrati sono loro, coloro che ci hanno tradito sedendo al tavolo delle trattive col governo: Mariano Ferro, Renzo Erbisti, Eugenio Rigodanzo, Giorgio Bissoli, Giovanni Zanon, Augusto Zaccardelli, Gaetano Montigo e Giovanni Di Ruvo sono quelli che si son distaccati dal coordinamento. Oggi, i costituenti nazionali sono diversi: qualcuno è scomparso, ma chi non c’è manovra le masse sempre nell’ombra. Gli attuali costituenti sono: Lucio Chiavegato, Giovanni Zanon, Mariano Ferro, Augusto Zaccardelli, Giorgio Bissoli, Umberto Gobbi, Patrizia Badii, Franco Paoletti, Kriss Perin, Eugenio Rigodanzo. Mentre i coordinatori del 9 dicembre stavano nei presidi a fare propaganda e informazione, i traditori hanno lanciato un comunicato in cui si dissociavano dalla manifestazione del 18 che loro avevano voluto.
LE PROVE DEL TRADIMENTO – I sette traditori e gli attuali costituenti hanno elaborato la strategia del tradimento e della confusione per seppellire la fiducia del popolo italiano che nutriva speranza verso una protesta spontanea come la nostra. Fioccano infatti numerosi altri coordinamenti che hanno l’obiettivo di creare confusione, col fine di sporcare il nome del Coordinamento 9 dicembre e renderlo invisibile per l’opinione pubblica. L’informazione può scegliere se diventare alleata di questa infamia, nel frattempo noi forniremo tutti gli strumenti necessari ad orientarsi:
I siti web sono stati infatti acquistati prima del 18 dicembre 2013, date che testimoniano la premeditazione di questa strategia. Per dovizia di particolari ve li indichiamo tutti. Quelli con asterisco sono i siti ufficiali, gli altri sono i siti satellite che hanno contribuito a creare caos più o meno coscientemente:
• movimento9dicembre.it, registrato il 14 dicembre 2013 da Roberto Balbino;
• comitato9dicembre.it, registrato il 9 dicembre da Gabriele Vico e Domenico Del Monte;
• 9dicembre2013.it (*), registrato da Angelo Conte il 28 Novembre 2013;
• 9dicembre.it (*), registrato il 12 dicembre 2013 da Giorgio Pesce;
• movimentonovedicembre.it, registrato da Andrea Mannocchia il 13 dicembre 2013.
Premesso che il nostro sito ufficiale è www.novedicembre.altervista.or
L’ANTEFATTO – Il Coordinamento è nato per decisione di un gruppo degli otto e di altri imprenditori e agricoltori, disoccupati e precari il 6 ottobre 2013 nell’azienda agricola di Calvani, a Pontinia (Latina). All’incontro erano presenti tutti i costruenti compreso Chiavegato, Ferro e Giovanni di Ruvo. La data dei primi cortei sul territorio nazionale (il 9 dicembre appunto), fu deciso in un secondo incontro a Cerea, in provincia di Verona. Ci siamo organizzati in rete e sul territorio, la protesta è dilagata velocemente e il 9 dicembre, giornata nazionale contro la corruzione. Il nome che il coordinamento si è successivo all’incontro di Cerea ed è stato casuale. Si è trattato dunque di un’iniziativa polare e spontanea che il sistema ha provveduto subito ad infiltrare. La nostra disorganizzazione è comunque il sintomo di una forte autenticità e spontaneità popolare. L’obiettivo era liberarsi una volta per tutte di questa politica dell’austerità. Il popolo aveva preso coscienza delle proprie capacità e aveva capito che, unendo le forze, sarebbe stato possibile creare un paese migliore in cui poter vivere. La ricetta era semplice: sovranità monetaria e abolizione dell’austerità ma, prima di tutto, bisogna sgomberare il Parlamento da quegli abusivi, nominati sulla base di una legge che, dopo soli due mesi, è stata ritenuta incostituzionale dalla Consulta.
Al popolo italiano diciamo di fare attenzione: chi ha tradito una volta, tradirà anche la seconda! E questi qui, questi soggetti, si stanno organizzando in un partito politico. L’unico che resta coerente con le proprie decisioni prese non in modo verticale, ma orizzontalmente e su base democratica, è quello che si è riunito nell’azienda agricola di Danilo Calvani il 6 ottobre e il 27 dicembre 2013. Un gruppo libero, fatto di gente per bene e non di infiltrati. In questo gruppo ci sono persone vicine ai 5 stelle, persone di sinistra e persone di destra, tutte unite per un unico scopo: cambiare l’Italia e sgomberare il Parlamento. Non ci sono infiltrati, quelli c’erano prima! Gli infiltrati sono loro, i traditori del popolo libero!
FURTO D’IDENTITà A DANNO DELLA SEDE PUBBLICA – Oltre ai cittadini italiani che vedevano una speranza in tutto questo, i primi ad essere traditi sono i disoccupati, i precari, gli imprenditori che resistono e che costituiscono il Coordinamento 9 dicembre, quello nato nella rete e organizzatosi con poche risorse a Pontinia.
Ma il malessere ha lasciato spazio alla reazione. Ci siamo uniti, Danilo Calvani è stato coerente col popolo italiano, non ha ceduto alla richieste di trattative del Viceministro Gilarda. E’ andato in piazza, ha collaborato con le forze dell’ordine, ha cercato di limitare le infiltrazioni pur non accusando, da signore qual è, i traditori. Ma Calvani non è un leader, è un portavoce del Coordinamento. Il Coordinamento (quello vero) è fatto da cittadini liberi e non infiltrati di destra o di sinistra. Nel Coordinamento ciascuno sa che le idee non hanno un’etichetta, quelle vere hanno una logica che non può sbagliare e la prima fra tutte è la coerenza.
L’ULTIMATUM – Ridicoli fino alla fine! Noi abbiamo lanciato l’ULTIMATUM al governo per il 9 gennaio; il 10 invece è previsto un sit-in dinanzi alle prefetture con denuncia al Governo e il 18 una manifestazione nazionale. Loro invece, dopo aver preso le distanze dal coordinamento e dalla manifestazione democratica del 18 dicembre scorso, hanno creato un nome simile al nostro con cui lanciano oggi un ultimatum al Governo, lo stesso Governo con cui hanno trattato! Italiani aprite gli occhi!
Noi del VERO COORDINAMENTO 9 DICEMBRE preghiamo i giornalisti di approfondire le notizie. Dapprima infatti ci hanno chiamato Forconi e per noi è stata un’offesa visto che il forcone è Ferro, uno di quelli che ha trattato col governo. Poi ci hanno chiamato fascisti, quando siamo tutto fuorché fascisti! Poi adesso, gli stessi giornali che ci hanno chiamato Forconi, tentano di dare oggi delucidazioni sul nuovo nome del gruppo dei traditori, specificando che non sono Forconi, ma sono Comitato 9 dicembre. Tutto questo è ridicolo, la misura è colma! La querela è d’obbligo per tutti coloro che si sentono limitati nella propria espressione!
AI TRADITORI REGALEREMO UNA QUERELA IN VISTA DELL’EPIFANIA, PERCHE’ LA BEFANA ARRIVA PER TUTTI!
AL POPOLO ITALIANO CHIEDIAMO DI PRENDERE COSCIENZA DEL PROPRIO POTERE,
DI UNIRSI A NOI E DI CAMBIARE IL PROPRIO DESTINO UNA VOLTA E PER SEMPRE.
IL 9 GENNAIO è IL GIORNO DELL’ULTIMATUM, IL 10 GENNAIO SIT-IN DINANZI ALLE PREFETTURE DI TUTTE LE PROVINCE ITALIANE CON DENUNCIA AL GOVERNO PER ISTIGAZIONE A DELINQUERE E AL SUICIDIO E IL 18 GENNAIO MANIFESTAZIONE STORICA A ROMA!
GLI ITALIANI SIAMO NOI E NON CI ARRENDEREMO!
SOLO IL POPOLO PUO’ GUIDARE SE STESSO!
Maria Melania Barone
Ufficio Stampa Coordinamento 9 dicembre