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Commette un reato il coniuge separato che “curiosa” nella posta dell’ex coniuge!

Il coniuge separato che sbircia la posta dell’ex commette reato di “violazione di corrispondenza” e può essere condannato a risarcire il danno.

Condannata la donna che legge la posta dell’ex marito per utilizzarla nel giudizio di separazione. Secondo la Cassazione tale condotta integra  il reato di violazione della corrispondenza, ledendo la privacy e segretezza del reale destinatario delle lettere. (Cass. sent. n. 585 del 9.01.2014)

Chi, non essendo autorizzato, “sbircia” la posta destinata a persona diversa è punito penalmente (art. 616 cod. pen).e non può giustificarsi affermando di aver trovato la busta già aperta.

Secondo i giudici, infatti, indipendentemente dal fatto che il plico sia arrivato chiuso o aperto, il reato si commette nel momento in cui il soggetto, pur sapendo che la lettera è destinata ad altra persona, la apre intenzionato a leggerne il contenuto.

Nel caso di specie, la necessità di utilizzo della posta nel giudizio di separazione non è stata ritenuta una “giusta causa” legittimante la violazione di corrispondenza. L’ex moglie sarebbe stata giustificata solo se la documentazione bancaria destinata al marito fosse stata l’unico mezzo a disposizione necessario per opporsi alle richieste di quest’ultimo in sede giudiziale.

Dunque, nessuna scusa per la donna “ficcanaso”, condannata al risarcimento dei danni nei confronti dell’ex costituitosi parte civile nel processo.

Foggia, 10 gennaio 2014                                             Avv. Eugenio Gargiulo


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