Anni di Piombo, Toni Negri. Polemica del Coisp
Il Coisp replica a Negri: “Si permette di inneggiare ai cosiddetti Anni di piombo in un momento così delicato e pericoloso invece che perdere il sonno per le vite che furono distrutte dalla violenza travestita da politica”
“Assistiamo attoniti al delirio di tale signor Toni Negri il quale, invece che perdere il sonno pensando a tutte le vittime mietute dalla cieca bestialità di chi si è trincerato dietro a squallide motivazioni politiche per praticare la più ignobile violenza, si permette di inneggiare dalle pagine di un quotidiano a quelli che definisce i ‘favolosi Settanta’, che egli non ha il coraggio di identificare nel modo più corretto, e cioè Anni di Piombo, pur sottintendendo una precisa ammirazione per chi gode ‘dell’esaurirsi dell’impazienza rivoluzionaria’. Lo sconcerto e lo sdegno non nascono solo dal fatto di sapere bene quale orrore si è consumato in quegli anni, conoscendo in particolare il tributo di sangue versato dagli Appartenenti alle Forze dell’Ordine, ma soprattutto di constatare la leggerezza, la superficialità, e non vogliano dire la grave consapevole lucidità, con cui si celebrano indirettamente fanatismi sfociati in atteggiamenti puramente criminali, proprio oggi che il pericolo di derive eversive e violente appare come un rischio sempre più concreto, e ce ne sono prove in tanti diversi contesti con i quali i Tutori dell’Ordine devono confrontarsi”.
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, replica così a un editoriale nel quale Toni Negri ripercorre nostalgicamente il “desiderio di comunismo” e “l’esperienza comunista di lotta e di pensiero” degli Anni ’70, concludendo che “cominciamo a sentire che il tempo della sconfitta, della caduta delle illusioni, e dell’esaurirsi dell’impazienza
rivoluzionaria, sta terminando. (…) c’è qualcosa di nuovo oggi nell’aria che emerge dalle tenebre”.
Toni Negri – ha ricordato Antonio Iosa, vittima delle brigate rosse, ferito il 1° aprile del 1980 -, ex leader della sinistra extraparlamentare dell’area “Autonomia”, era docente di Scienze politiche all’Università di Padova, è stato condannato per associazione sovversiva contro l’ordinamento democratico dello Stato. Oggi gode di una pensione di parlamentare, in quanto eletto in Parlamento nelle liste del Partito Radicale per diventare testimonial della cosiddetta “repressione carceraria
di quegli anni”. Dopo pochi mesi di sedute in Parlamento, per sfuggire alla galera si diede alla fuga, scappando in Francia.
“Indipendentemente dalla motivazione e dall’occasione che ha portato Negri a scrivere – conclude Maccari -, è già abbastanza grave che egli venga messo in cattedra a diffondere idee da esaltato che già in passato hanno prodotto i propri frutti guasti, ma ancor di più lo è il fatto che egli tenti di far leva sul forte disagio scatenato da una crisi che ha messo gli italiani in ginocchio per far
filtrare subdole incitazioni alla lotta. Le tenebre – conclude il Segretario del Coisp – non saranno mai così profonde e cupe come in quei maledetti anni Settanta, quando il nero della notte che governava il cuore e le menti di tanti boriosi vigliacchi ‘rivoluzionari’ si mescolò al rosso del sangue di tanti cittadini inermi e di tanti Servitori di quello Stato che tanti contestano con faciloneria, ma non quando ricevono lo stipendio o la pensione”.