“Gli Alberi della Memoria” – Giornata della Memoria 2014
Sabato 25 Gennaio, presso Sottopasso pedonale fra Largo Bellucci e Largo Gramsci a Poggibonsi (SI) sono stati installati sei alberi in vaso (3 ulivi e 3 lecci) nella settimana della Memoria. “A questi alberi affideremo – sottolinea la nota dell’ANPI locale – dei messaggi per le generazioni future. Messaggi capaci di parlare di memoria, di libertà, di uguaglianza tra gli uomini, di pace e di antifascismo”.
L’inaugurazione è stata alle ore 17 presso lo stesso sottopasso pedonale con reading del Teatro delle Stanze e performance grafica che hanno letto tra l’altro anche il seguente Racconto del rabbino Yousef Haddad, esponente di spicco della comunità ebraica marocchina:
“Noi ebrei marocchini siamo stati salvati da Re Mohammed V. é grazie a lui se in Marocco la Shoah non c’è stata. Negli anni Quaranta il mio paese era occupato dalla Francia e dal governo di Vichy, il quale chiese a Re Mohammed V di consegnare una lista con i nomi di tutti i sudditi marocchini di fede ebraica. Il Re si oppose a qualsiasi eventualità di deportazione e di discriminazione, e rispose che non esistevano in Marocco sudditi ebrei, ma solo sudditi marocchini”.
Il racconto del Rabbino marocchino, molto apprezzato dei partecipanti e gli organizzatori, è stato inserito nel contributo intitolato “Il Marocco e la Shoah” a cura del signor Yassine Belkassem Coordinatore nazionale della Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia (RACMI) nonché membro del Tavolo provinciale permanente delle politiche immigratorie, partecipante all’iniziativa. Il contributo è stato consegnato al Vice Sindaco di Poggibonsi e agli organizzatori come documento partecipativo voluto ed apprezzato nell’ultima riunione del Tavolo permanente dall’amministrazione provinciale di Siena come prezioso valore aggiunto all’evento.
Il materiale prodotto nel corso della serata sarà esposto al circolo Arci Blue Train Club durante la serata conclusiva di sabato 01 febbraio.
Ecco il Testo del contributo marocchino:
Il Marocco e la Shoah
All’occasione dell’evento Contributo di Yassine Belkassem Coordinatore nazionale della Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia
Nel giugno del 1940, quando i francesi, umiliati militarmente, si arresero alla Germania nazista. Accadde allora che agli ebrei, residenti da secoli nel Maghreb, vennero applicate, a partire dall’autunno del 1940, le misure vessatorie del regime di Vichy: come in Algeria, dove fu tolta agli ebrei algerini, la cittadinanza francese, i diritti alla proprietà, all’istruzione scolastica, all’esercizio delle professioni, di movimento.
In Marocco, il governatore francese tentò varie volte di introdurre queste norme anti ebraiche, ma la tenacia del defunto Re Mohamed V vanificò le norme del governo di Vichy, basti ricordare l’opposizione del sovrano a consegnare al governo francese l’elenco dei cittadini marocchini di religione ebraica per la deportazione, sostenendo che in Marocco non esistevano sudditi ebrei, ma solo sudditi marocchini. Tale azione permise di fatto la salvezza della comunità ebraica marocchina negli anni tremendi della Shoah.
Racconto del rabbino Yousef Haddad, esponente di spicco della comunità ebraica marocchina:
“Noi ebrei marocchini siamo stati salvati da Re Mohammed V. é grazie a lui se in Marocco la Shoah non c’è stata. Negli anni Quaranta il mio paese era occupato dalla Francia e dal governo di Vichy, il quale chiese a Re Mohammed V di consegnare una lista con i nomi di tutti i sudditi marocchini di fede ebraica. Il Re si oppose a qualsiasi eventualità di deportazione e di discriminazione, e rispose che non esistevano in Marocco sudditi ebrei, ma solo sudditi marocchini”.
Ricordare questo evento, significa, riportare alla luce una pagina di Storia spesso dimentica o non conosciuta bene in Italia e ricordare la grande figura di un Sovrano, che negli anni difficili della Shoah con solo atto di saper dire di no a leggi razziste ingiuste salvò molte vite umane e permise di continuare la lunga tradizione di tolleranza del Marocco, una tolleranza che ancora oggi resiste e prospera. A Casablanca c’è l’unico museo ebraico del mondo arabo e che l’attuale Re Mohammed VI ha un consigliere ebreo che si chiama André Azoulay.
Poggibonsi (Siena), 25 gennaio 2014
Yassine Belkassem