Sclerosi Multipla: relazione sulla CCSVI al meeting Hemodyn 2013
E’ stato pubblicato sulla rivista scientifica Acta Phlebologica una relazione del prof. Evi Kalodiki sul Meeting Hemodyn 2013, tenutosi a Napoli dal 7 al 9 novembre 2013.
Il Prof. Clive Beggs ha curato la parte relativa all’insufficienza venosa cronica cerebrospinale.
Secondo l’autore il congresso ha dedicato un pomeriggio al drenaggio venoso cerebrale e alle considerazioni delle implicazioni cliniche di un deflusso limitato. Il Prof. Zamboni, che per primo ha identificato l’insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) come un fenomeno associato alla sclerosi multipla (SM), ha fornito una lettura informativa sullo stato attuale della ricerca sulla CCSVI. Ha messo in evidenza le incongruenze metodologiche utilizzate dai vari ricercatori che studiano la CCSVI e ha sostenuto che alcuni studi hanno raggiunto conclusioni errate. A sostegno di questo, ha indicato una meta-analisi del 2013 sull’argomento a cura di Zwischenberger e altri che ha dimostrato una forte correlazione tra CCSVI e SM, anche se non è stata trovata alcuna prova che la CCSVI abbia un ruolo causale nella SM. Ha inoltre sottolineato che Beggs e altri nella loro pubblicazione del 2013 sulla malattia di Alzheimer hanno trovato che un reflusso venoso giugulare è associato a cambiamenti strutturali del volume parenchimale cerebrale.
Il tema della eterogeneità nella ricerca sulla CCSVI è stato ripreso dalla Prof. Haacke, che ha evidenziato come molti ricercatori hanno semplicemente misurato il flusso sanguigno nelle vene isolate senza considerare l’emodinamica del sistema nel suo complesso, o come il flusso variava durante il ciclo cardiaco. Ha mostrato che attraverso l’analisi emodinamica del deflusso venoso cerebrale, era possibile distinguere tra pazienti con SM e controlli sani. Ha anche espresso l’opinione che la CCSVI potrebbe essere un buon indicatore di risultato clinico, con il rapporto, flusso della vena giugulare interna al flusso arterioso, essendo un parametro particolarmente perspicace. L’importanza di considerare il deflusso venoso cerebrale come una rete è stata ulteriormente rafforzata dalla Dott.ssa Menegatti, che ha presentato una pubblicazione su un nuovo modello di parametri concentrati sviluppato presso l’Università di Ferrara, che potrebbe essere utilizzato per intervenire meglio nella valutazione ecografica dei pazienti. Anche il Prof. Iaccarino ha fornito un’interessante presentazione che ha mostrato come la venografia a tomografia computerizzata potrebbe dare un valido contributo nella diagnosi di CCSVI.
Il Prof. Beggs ha presentato i risultati di uno studio che ha coinvolto un nuovo collare di pletismografia cervicale, sviluppato dal team dell’Università di Ferrara. Poiché questa tecnologia valuta l’intero sistema di drenaggio cerebrale, piuttosto che una vena, evita molti dei limiti dei metodi di valutazione esistenti. I risultati dello studio hanno mostrato una marcata differenza nelle caratteristiche di drenaggio cerebrale dei pazienti con sclerosi multipla (con diagnosi di CCSVI) rispetto ai controlli sani, con resistenza idraulica nelle vie venose dei pazienti con SM, essendo superiori del 63,5% a quelle dei controlli. Ulteriore evidenze di alterazioni vascolari nei pazienti con SM sono state presentate dal Prof. Mancini, che ha usato l’ecodoppler con mezzo di contrasto per valutare il tempo di circolazione (CCT) cerebrale (flusso sanguigno), che è stato rilevato essere significativamente più lungo nei pazienti con SM rispetto ai controlli. Tuttavia, mentre Mancini ha riferito una maggiore prevalenza di CCSVI nei pazienti con SM, il CCT non sembra essere prolungato nei pazienti con SM e CCSVI rispetto a quelli che avevano SM ma non soddisfacevano i criteri per la CCSVI.
Nel complesso, secondo l’autore, la sessione ha palesato che, nonostante le controversie attorno alla CCSVI, la scienza associata con l’argomento sta avanzando rapidamente, con nuove importanti intuizioni acquisite sull’associazione tra un limitato deflusso venoso cerebrale e le malattie neurologiche.
Fonte: http://www.minervamedica.it/it/riviste/acta-phlebologica/articolo.php?cod=R43Y2013N03A0081