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Tre lettere del marchese Demari all’arciprete Sattamino di Cairo

Marchese Ademaro De MariProseguono con  mia soddisfazione gli studi e le scoperte in ambito di storia locale grazie alla collaborazione di Maria Rosa Gallo e Giordano Piva di Cairo M. che mi hanno messo a disposizione una consistente parte del loro antico archivio di famiglia. Disponendo in ordine cronologico i documenti ricevuti, dopo aver esaminato una convenzione tra il Comune di Cairo e il sacerdote ventinovenne scelto come maestro elementare, ho trovato tre lettere inedite del marchese Ademaro Demari. Tali antiche missive sono state vergate in bella scrittura a Genova nel 1849 -1851- 1852 quindi spedite all’Arciprete don Giovanni Bonavita Sattamino di Cairo Montenotte.

Egli era lo zio del pittore Leunén Gallo, per parte di madre, e forniscono una panoramica sui curiosi retroscena delle questioni pubblico-private del Marchese, sposo della marchesina Nicoletta Durazzo che gli aveva portato in dote i possedimenti di Cairo e Ferrania, che scriveva al molto richiesto e riverito prelato di Cairo.

La prima lettera del 24 ottobre 1849, propone una mediazione presso un suo servo (Macciò) affinché lo convinca a vendergli la masseria di Bragno come gli aveva promesso a parole e convinca lo zio Carlo Macciò a farlo riflettere sul venir meno della parola data.

La seconda lettera del 28 luglio 1851, manifesta dispiacere, delusione e irritazione verso il prelato per aver egli contrariato il ricorso del Marchese per la modifica di alcune norme nel Beneficio Laicale verso la chiesa di Cairo di cui il marchese aveva il gius patronato, giustificando la sua “opposizione coll’affacciare timori di detrimento”.

La terza lettera del 13 agosto 1852, da Sampierdarena, più diplomatica e pratica, invita l’Arciprete a cercare meglio una lettera che il Marchese gli avrebbe spedito nel mese di maggio, in cui egli garantiva le sue buone intenzioni  riguardo la gestione del “Beneficio Laicale” e lo pregava di agire presso il Vescovo di Acqui per ridefinire la questione in maniera più favorevole al Marchese stesso.

Bruno Chiarlone Debenedetti


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