Italia

Gallarate: evaso Domenico Cutrì, ucciso Antonino. C3 nera EM 197 ZE

NTP Polizia Penitenziaria, ARCHIVIO
NTP Polizia Penitenziaria, ARCHIVIO

Gallarate, dopo l’assalto all’NTP è caccia all’uomo. In fuga Domenico Cutrì, in cella a Busto Arsizio.  Mentre sarebbe morto
Antonio Cutrì, il fratello. Si cerca una C3 che sarebbe condotta dal Cutrì. Non è la prima volta che il crimine organizzato calabrese organizza evasioni così eclatanti ma questa volta l’evasione è al nord.  E’ far west a Gallarate. Il tutto è accaduto, in via Milano, vicino al Tribunale Esplosi diversi colpi di pistola. Due agenti della penitenziaria sono rimasti feriti.

E’ stato un vero e proprio assalto.  Domenico Cutrì era stato trasferito a Busto Arsizio per affrontare il processo a Gallarate, sembra che all’arrivo della scorta dell’NTP i banditi si siano impossessati di un cittadino, come ostaggio intimando i poliziotti di lasciare le armi a tera e liberare Domenico Cutrì. Immediatamente è sparatoria.
Feriti gli agenti mentre un malvivente ferito, è stato poi scaricato dal commando  davanti all’ospedale di Magenta, immediatamente dopo è stato possibile identificare il corpo come quello si  Antonino Cutrì, fratello dell’evaso.
Immediatamente dopo il conflitto a fuoco  la polizia ha comunque diramato le caratteristiche dell’auto usata per la fuga dai banditi: una C3 di colore nero (targata EM 197 ZE).  
Domenico Cutrì non è un evaso a caso,  l’uomo scontava un ergastolo per

l’uccisione di Luckasz Kobrzeniecki, un polacco di 22 anni freddato a colpi di pistola nel 2006 a Trecate (Novara). Cutrì, secondo le accuse, era al volante dell’auto da cui partirono gli spari che la notte del 15 giugno di otto anni fa uccisero la vittima. Arrestato tre anni dopo, si è sempre professato innocente. La condanna in primo grado nel luglio 2011.  . Cutrì, sempre secondo l’accusa, fece eliminare Kobrzeniecki perché riteneva che avesse fatto delle avances alla sua fidanzata. A compiere materialmente l’omicidio Manuel Martelli, condannato nell’ottobre 2012 a 16 anni di carcere con il rito abbreviato. Tre anni per lo stesso omicidio a Luca Greco, imputato di favoreggiamento (avrebbe intralciato le indagini e fornito un alibi fasullo a Cutrì). Nel processo d’appello a favore di Cutrì, difeso dall’avvocato Giulia Bongiorno, testimoniò una donna di origini calabresi, sostenendo che all’ora del delitto avevano avuto un appuntamento galante nell’abitazione di Cutrì. Una versione emersa soltanto a distanza di anni, perché la donna temeva che il marito potesse scoprire quella relazione clandestina. L’alibi, però, non convinse il procuratore generale di Torino Vittorio Corsi, che dispose ulteriori accertamenti. A smontarlo le testimonianze del titolare e del portiere di un albergo di Vittuone (Milano), dove l’uomo si trovava realmente come hanno poi confermato anche i registri dell’hotel. (corsivetto ANSA)

Hamlet

"Amo ricercare, leggere, studiare ogni profilo dell'umanità, ogni avvenimento, perciò mi interesso di notizie e soprattutto come renderle ad un pubblico facilmente raggiungibile come quello della net. Mi piace interagire con gli altri e dare la possibilità ad ognuno di esprimere le proprie potenzialità e fare perchè no, nuove esperienze." Eleonora C.

Related Articles

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Check Also
Close
Back to top button
Close
Privacy Policy Cookie Policy