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Se l’ndrangheta fa cultura, musica, documentari e minacce?

'ndranghetaChe l’ndrangheta tenti di fare cultura ?   Non è nemmeno difficile, navigando in rete imbattersi in filmati un pò inquietanti o per lo meno strani. Sicuramente però il loro studio ed il loro approfondimento può indubbiamente essere utile a tutti. Uno dei documentari più accattivanti ed interessanti, girato quasi tutto in calabrese è certamente Uomini d’Onore. Uomini d’onore è un  è un film documentarioinchiesta sulla ‘Ndrangheta in Calabria, girato fra il 2005 e il 2009 nei paesi di San Luca D’AspromontePaolaCetraro, Duisburg e Amburgo.Si raccontano la vita, gli ideali, le idee e la cultura della mafia calabrese. Nel film sono anche intervistati un latitante e un boss mafioso Tra gli altri ci sono anche lo storico Nicola Zitara, il prete Don Pino Strangio del monastero di Polsi, un ex ndranghetista, e l’avvocato Pasquale Sciammarella. Uno degli autori Francesco Sbano viene insignito come documentarista a San Luca del premio Speciale Corrado Alvaro 2006

Francesco Sbano, il regista del documentario è un noto giornalista, produttore discografico, fotografo e regista italiano, di origine calabrese, che ora vive in Germania. Secondo WikiPedia, Ha fatto successo, soprattutto all’estero producendo la trilogia: La musica della mafia, vendendo 150.000 copie. Il primo cd fu pubblicato nel 2000, il secondo nel 2002 e il terzo nel 2005. Le foto all’interno della trilogia sono una sua opera. L’uscita di questo ebbe un notevole rilievo internazionale da giornali e tv e fece anche molto discutere per il contenuto delle canzoni e l’elogio di valori mafiosi. Nel 2009 presenta da regista il suo primo film documentario-inchiesta.

Sbano è un personaggio spesso contestato per i suoi lavori al limite dove non esprime mai un netto giudizio contrario al crimine, sarebbe proprio Sbano insieme a Demetrio Demetrio Siclari.

Secondo quanto si legge sul CORRIERE DELLA SERA , Sbano avrebbe fatto soldi sostenendo l’assenza dello Stato come causa d’ndrangheta, oltre Uomini d’onore Sbano avrebbe prodotto«Ammazzaru lu generali», sul generale dalla Chiesa.

Anche i prodotti musicali sono particolari, le copertine sarebbe spesso macabre o con messaggi forti così scrive IL CORRIERE DELLA SERA “Mandano avvertimenti nemmeno poco espliciti ai collaboratori di giustizia: copertine dei cd a loro dedicate con disegno (sagome impiccate a un albero) e slogan («Siete sbirri figli di p…»). Eppure adesso i cantanti di ‘ndrangheta chiedono perfino il rispetto e il conseguente pagamento dei diritti d’autore. L’hanno chiesto per esempio a un laboratorio anti-cosche che insegna ai bambini e ai ragazzini di Reggio Calabria a non cadere nel tranello, a non mitizzare la ‘ndrangheta. Men che meno a prestarle ascolto.”

Sempre in base a AL CORRIERE DELLA SERA  i due indagati “ Dalla Germania, dove hanno un successo incredibile, un cantante e un manager sono volati a Reggio Calabria, hanno noleggiato in aeroporto la macchina più vistosa che c’era, hanno puntato il laboratorio, ospitato dal Museo della ‘ndrangheta, e giù offese e minacce. Un avvertimento mafioso. Un’azione intimidatoria. I due sono stati indagati. E per la prima volta una Procura, quella di Reggio Calabria, metterà occhi e mani dentro un fenomeno di business, spettacolo e apologia, di messaggi in codice nascosti nei testi, di controllo del territorio. Le indagini potrebbero allargarsi e daranno fastidio alle cosche, che oramai consideravano questo tipo di musica sacra quanto la famiglia: e dunque inviolabile.”Di romantico non c’è niente. Dice Claudio La Camera, a capo dell’Osservatorio: «La grande forza suggestiva dei canti di malavita potenzia la mitologia mafiosa». E alimenta, prosegue il combattivo La Camera, «la convinzione che il modello culturale da scegliere sia quello rappresentato dalla violenza e dall’odio verso lo Stato». Nel laboratorio dell’Osservatorio i testi vengono ascoltati, analizzati, commentati. A volte un canzone viene spogliata delle sue parole, rimodellata con altre strofe: nello stesso tempo i ragazzi imparano a cancellare un testo e farlo tornare a nuova vita. Fra i tanti in commercio c’è un cd, s’intitola «Il Vangelo di malavita» e contiene uno slogan che non necessita di traduzione. Eccolo: «Cu senti e taci avi sempri paci. Cu senti e dici avi sempri nemici». Non ci girano intorno, questi sedicenti artisti. Le parole parlano di sgarbi da lavare a ogni costo, del carcere che diventa un premio, una medaglia, dei lupi dell’Aspromonte, del sangue che chiama sangue, di ergastolani e di «cu sgarra paga». C’è il fascino del male che viene emanato da canzoni e album, che ha facile presa sui ragazzini e finisce nelle suonerie dei cellulari. Sapete cosa ha urlato Sbano una volta arrivato ai cancelli del Museo della ‘ndrangheta? Che «ci state causando un sacco di danno. In Germania, in tutto il mondo i nostri concerti sono acclamati, abbiamo proiezioni e concerti nei più grandi teatri… Grosse orchestre…». Ad avvisare Siclari e Sbano di quanto avviene nel laboratorio, a raccontare per filo e per segno, a elencare nomi e cognomi, insomma a far da spie e aizzare cantante e manager, sono state delle insegnanti che hanno accompagnato le scolaresche al Museo della ‘ndrangheta..

Hamlet

"Amo ricercare, leggere, studiare ogni profilo dell'umanità, ogni avvenimento, perciò mi interesso di notizie e soprattutto come renderle ad un pubblico facilmente raggiungibile come quello della net. Mi piace interagire con gli altri e dare la possibilità ad ognuno di esprimere le proprie potenzialità e fare perchè no, nuove esperienze." Eleonora C.

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