Salute

Sclerosi Multipla: le ricerche sulle anomalie venose devono continuare, lo sollecitano gli autori di una delle pubblicazioni più citate in neurologia

robertzivadinov09-11Gli inviti ad abbandonare tali ricerche sono fuorvianti, dicono, perché queste anomalie possono svolgere un ruolo nei disordini neurologici e dell’invecchiamento.

BUFFALO, NY – I ricercatori dell’Università di Buffalo autori di una delle pubblicazioni più citate in neurologia negli ultimi tre anni stanno chiedendo ulteriori indagini sul modo in cui le anomalie venose del collo potrebbero essere coinvolte nei disordini del sistema nervoso centrale e nell’invecchiamento.

La richiesta di ulteriori ricerche è stata espressa a dicembre in un articolo editoriale e di dibattito su BMC Medicine – scritto da Robert Zivadinov , professore di neurologia presso la Facoltà di Medicina e Scienze Biomediche dell’Università di Buffalo e direttore del Buffalo Neuroimaging Analysis Center del Dipartimento di Neurologia.

Zivadinov ed i suoi colleghi hanno pubblicato nel 2011 un articolo sulla prevalenza di queste anomalie nei pazienti con sclerosi multipla (SM). Lo studio è uno dei primi dieci articoli in neurologia e la seconda pubblicazione più citata in neurologia dalla sua uscita, secondo Neuropenews, il blog di notizie della Federazione Europea delle Società Neurologiche e della Società Europea di Neurologia.

“L’interesse per queste anomalie venose si riflette nel gran numero di citazioni della pubblicazione del 2011, ma la storia completa e le conseguenze di queste anomalie richiederanno molte più ricerche”, commenta Zivadinov. “A tal fine, chiediamo ulteriori ricerche nella comprensione del ruolo del sistema venoso extracranico in relazione ad una vasta gamma di disturbi del sistema nervoso centrale e dell’invecchiamento”.

Nel loro articolo di dicembre 2013, “Potenziale coinvolgimento del sistema venoso extracranico nei disturbi del sistema nervoso centrale e nell’invecchiamento”, Zivadinov e il suo co-autore Chih-Ping Chung, del Taipei Veterans General Hospital, discutono la storia di queste anomalie venose, notando che poiché non è stata trovata nessuna relazione causale con la SM, ci sono state alcune richieste di abbandonare le ricerche correlate.

Ma Zivadinov e Chung notano che, data la crescente evidenza che i fattori vascolari possono svolgere un ruolo in una serie di disturbi del sistema nervoso centrale, sono essenziali maggiori ricerche sulle anomalie venose extracraniche. In particolare, sollecitano ricerche che possano esaminare l’incidenza e la prevalenza di queste anomalie venose in relazione ai fattori di sviluppo e demografici, nonché ai fattori di rischio cardiovascolari, infiammatori ed allo stile di vita.

Anomalie venose extracraniche, indicative di insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI), sono state descritte inizialmente da Paolo Zamboni dell’Università Italia di Ferrara. La condizione è caratterizzata dal restringimento dei vasi di drenaggio sanguigno dal cranio. Zamboni ha ipotizzato che questi restringimenti limitano il normale deflusso del sangue dal cervello, causando alterazioni nei modelli di flusso sanguigno all’interno del cervello che alla fine causano lesioni al tessuto cerebrale e la degenerazione dei neuroni, che porta o contribuisce alla SM.

Nel luglio 2011 è stata pubblicata su Neurology la ricerca di cui è co-autore Zivadinov , “Prevalenza , sensibilità e specificità dell’insufficienza venosa cronica cerebrospinale nella sclerosi multipla”. E’ stato descritto uno studio di ricerca dell’Università di Buffalo progettato per determinare la prevalenza della CCSVI in un’ampia coorte di pazienti con sclerosi multipla, sindrome clinicamente isolata o altre malattie neurologiche e nei controlli sani.

In questo studio, i ricercatori di Buffalo hanno trovato un aumento della prevalenza della CCSVI nella SM, ma era sostanzialmente più basso dei tassi di sensibilità e specificità nella SM che gli investigatori italiani avevano originariamente riportato.

“Abbiamo iniziato con un’importante indagine delle anomalie venose extracraniche in relazione ai pazienti con SM e abbiamo ora sviluppato un lavoro sostanziale in relazione alla malattia di Alzheimer, all’invecchiamento e alle altre malattie neurologiche”, spiega Zivadinov. “Il lavoro è stato di fondamentale interesse per la comunità scientifica. Crediamo che i nostri attuali studi su come queste anomalie impattano sulle patologie del sistema nervoso centrale dovranno anche dimostrare di essere di crescente interesse”.

Altri co-autori della pubblicazione del 2011 sono Ralph Benedict, professore di neurologia, Michael G. Dwyer, assistente universitario. David Hojnacki, assistente universitario, Biance Weinstock-Guttman, professore , tutti presso il Dipartimento di Neurologia, e Murali Ramanathan, professore di scienze farmaceutiche dell’Università di Buffalo.

Fonte: http://www.buffalo.edu/news/releases/2014/02/0050.html

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Alessandro Rasman

Alessandro Rasman, 49 anni, triestino. Laureato in Scienze Politiche, indirizzo politico-economico presso l'Università di Trieste; è malato di sclerosi multipla, patologia gravemente invalidante, dal 2002. Per Mediterranews cura una speciale rubrica sulla sclerosi multipla.

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