Le mani di Cosa Nostra sul mercato ortofrutticolo di Palermo
Fra i beni sequestrati dalla Dia ci sono 20 immobili, tra terreni, appartamenti e box, 13 aziende, 14 veicoli e numerosi rapporti finanziari per un valore complessivo di oltre 250 milioni di euro.
La Direzione investigativa antimafia di Palermo ha confiscato beni immobili aziende e rapporti finanziari per un valore complessivo di circa 250 milioni di euro, ritenuti riconducibili a esponenti del clan Galatolo.
L’operazione, conclusa alle prime ore di questa mattina, ha avuto come fulcro le attività legate al mercato ortofrutticolo e al suo indotto. I beni sequestrati, secondo l’accusa, sono riconducibili a cinque palermitani ritenuti vicini e contigui a Cosa nostra, e in particolare al clan dei Galatolo. Sono Angelo e Giuseppe Ingrassia, Pietro La Fata, e Carmelo e Giuseppe Vallecchia.
Secondo le indagini della Dia i cinque, titolari di vari stand all’interno del mercato ortofrutticolo ne monopolizzavano l’attività attraverso una rete di insospettabili imprenditori che gestivano gli stand più in vista e i prodotti migliori. Cosa Nostra avrebbe gestito anche, attraverso l’utilizzo dei servizi forniti dalla Cooperativa “Carovana Santa Rosalia”, la compravendita di merce, facchinaggio, parcheggio, trasporto e vendita di cassette di legno e materiale di imballaggio. Sarebbe stato controllato anche il prezzo dei beni posti in vendita ed il trasporto da e per la Sicilia occidentale ed i principali mercati di approvvigionamento del centro Italia.
Alle indagini hanno contribuito le dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia. Fra i beni sequestrati dalla Dia ci sono 20 immobili, tra terreni, appartamenti e box, 13 aziende, 14 veicoli e numerosi rapporti finanziari per un valore complessivo di oltre 250 milioni di euro.