Falange Armata: una sigla tra eversione e pentiti?
Tra mafia e mistero riappare dopo anni la sigla “Falange armata”. Non si leggeva questa sigla da qualche anno, ultima apparizione presente negli annali della Polizia Italiana sembrerebbe risalire al 1992 e il 1993 quanto la sigla rivendicava gli attentati ai centralini delle agenzie di stampa e lanciava messaggi di terrore.
Questa volta la strana sigla avrebbe voluto colpire o spaventare Totò Riina”Chiudi quella maledetta bocca, ricorda che i tuoi familiari sono liberi”. “Per il resto stai tranquillo, ci pensiamo noi”.
Cosa si nasconde dietro questa missiva?
La Falange Armata viene citata anche in un libro di Massimiliano Giannantoni e Paolo Volterra (L’operazione criminale che ha terrorizzato l’Italia, la storia segreta della Falange Armata – Newton Compton editori), ma sempre di questa sigla si starebbero occupando i pm di Palermo: Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia, Francesco Del Bene e Vittorio Teresi.
Negli anni passati dell’organizzazione aveva parlato il pentito Giuseppe Pulvirenti aveva parlato dell’organizzazione a scopo eversivo così dicendo ” “si doveva prima fare la guerra allo Stato per poi fare la pace. Le azioni poste in essere in ossequio a tale disegno avrebbe dovuto essere rivendicate con la sigla della “Falange armata”.
Una azione che poi è stata detta di depistaggio
Secondo Paolo Fulci, ex direttore del Cesis, l’ufficio di coordinamento dei servizi segreti, dietro la sigla “Falange Armata” ci sarebbero uomini di Stato. Secondo quanto riporta Altrainfromazione,
Nella denuncia presentata nel 1993, poi archiviata dal PM Ionta, Fulci faceva il nome di quindici ufficiali e sottufficiali della VII divisione del Sismi (quella di Gladio per intenderci) che facevano capo, in parte, al nucleo «K», inserito nella Sezione addestramento speciale (Sas), dislocato al di fuori della VII divisione, presso il Centro di intercettazione e trigonometria di Cerveteri
Per uno strano caso del destino il 02 febbraio 2009, proprio a Cerveteri, è stato ucciso Giuseppe Pulvirenti, il presunto pentito che aveva riferito della riunione mafiosa tenutasi ad Enna in cui era stato deciso di attaccare lo stato e, contestualmente, di depistare attribuendo le stragi alla Falange Armata. Pulvirenti, alla guida della sua moto ape, è stato tamponato da una Volkswagen Golf.